Cose Belle22 maggio 2024 13:08

Cinema, teatro, musica: la settimana alle Officine Solimano

In prima visione al Nuovofilmstudio dal 24 al 27 maggio I dannati di Roberto Minervini; poi mostre, spettacoli e concerti

Cinema, teatro, musica: la settimana alle Officine Solimano

Cinema

NUOVOFILMSTUDIO

ven 24 mag (15.30 - 18.00 in italiano) 

sab 25 mag (15.30 - 18.00 - 21.00 in italiano)

dom 26 mag (15.30 - 18.00 in italiano) (18.00 v.o. con sottotitoli in italiano)

lun 27 mag (15.30 - 21.00 in italiano)

I DANNATI

(The damned)

di Roberto Minervini

Con Jeremiah Knupp, René W. Solomon, Cuyler Ballenger

Italia/USA/Belgio 2024, 88’

Inverno 1862. Nel pieno della guerra di Secessione, l’esercito degli Stati Uniti invia a ovest una compagnia di volontari con il compito di perlustrare e presidiare le terre inesplorate. La missione travolge un pugno di uomini in armi, svelando loro il senso ultimo del proprio viaggio verso la frontiera...

In concorso a Cannes nella sezione "Un Certain Regard", Roberto Minervini arriva in contemporanea al Nuovofilmstudio con "I dannati", un film di finzione, storico, in costume, che non sacrifica però il realismo, l’immediatezza e l’intimità dei suoi lavori precedenti.

«Com’è possibile girare un film che riprenda la Guerra di Secessione catturando i pensieri del soldato qualunque, lontano dalla dimensione delle grandi battaglie storicizzate che i resoconti dell’epoca hanno fatto arrivare fino a noi? Minervini ci è riuscito, compiendo quasi un viaggio nel tempo attraverso tecniche di regia e di gestione del set e degli attori che vivono tantissimo del suo precedente percorso autoriale, da sempre improntato a uno sguardo a metà tra fiction e documentario e con occhio specifico agli Stati Uniti. Italiano di nascita, il regista vive da anni tra Italia e USA e da anni disseziona la mentalità americana. Normalmente ha sempre guardato all’attualità ("Ferma il tuo cuore in affanno", "Louisiana", "Che fare quando il mondo è in fiamme?") ma vi stupirà sapere che anche questo è un film che guarda al passato per parlare proprio d’attualità. Della logica bellicista americana dall’11 settembre in poi. Minervini guarda all'estremo West, scegliendo come protagonisti non già i soldati direttamente coinvolti nelle grandi battaglie, negli scontri frontali. Il contingente de "I dannati" è il più lontano possibile dal rumore degli spari e delle cannonate, inviato nelle terre del Montana per esplorare e presidiare territori disabitati. Quindi non hanno il fracasso in testa, sono lasciati liberi di pensare, letteralmente di ponderare su cosa li abbia spinti ad arruolarsi e portati lì, se la loro causa sia davvero giusta. Per il suo film Minervini ha adoperato diversi escamotage. Un casting aperto, che ha coinvolto i locali e persino membri della Guardia Nazionale del Montana. Poi non li ha imbeccati, non ha fornito loro la visione della guerra che avrebbero dovuto recitare, non ha nemmeno richiesto loro di informarsi sulla Guerra di Secessione: “ho allestito un campo, mi sono assicurato che ci fossero le provviste e li ho lasciati da soli a capire cosa fare dell’esperienza e del processo”. "I dannati", attraverso scelte registiche molto innovative, ha ricreato le condizioni della Guerra di Secessione per catturarne il risultato in presa diretta. In un certo senso è un film di fiction nell’allestimento, e un film documentario nel risultato».

(Carlo Giuliano)

Trailer: https://youtu.be/WQ0RSCDWGh8

ven 24 mag (21.00 - ingresso aperto a tutti 5€)

CAI Savona

IL SIFONE DI RIO MARTINO

di Frank Vanzetti

Italia 2023, 52'

Ospite Maurilio Chiri del Team Esplorativo Acqua.

Nato da un’idea di Maurilio Chiri, realizzato dal regista Frank Vanzetti e dal Team Esplorativo Acqua, il docu-film racconta, dagli anni sessanta ad oggi, le esplorazioni del sifone situato nelle profondità della

grotta di Rio Martino, nel territorio di Crissolo, alle pendici del Monviso. Nel 2023 è stato proiettato in Valle d'Aosta al Cervino Cine Mountain Film Festival On Tour e al Raduno Internazionale di Speleologia di Costacciaro. Quest'anno dopo alcune tappe in Piemonte, il film approda in Liguria. Un sifone è un tratto di grotta completamente allagato che blocca la via agli speleologi. Le esplorazioni di questi ambienti uniscono due affascinanti attività come la speleologia e l’immersione subacquea, dando vita ad una vera e propria avventura estrema. Lo speleosubacqueo Gherardo Biolla racconterà l'ultimo tentativo compiuto all'interno della grotta piemontese. La realizzazione delle riprese è stata una vera sfida logistica e organizzativa, come dimostreranno le sequenze mozzafiato del film.

Frank Vanzetti, speleologo dalla fine degli anni ’80, è Presidente e fondatore del gruppo Speleo CAI Valle d’Aosta e istruttore di Speleologia CAI dal 1993. Da alcuni anni è anche docente dei corsi nazionali CAI di fotografia in grotta. Documentarista e filmaker professionista, Vanzetti lavora come collaboratore esterno della sede regionale della Rai di Aosta, fornendo opera di troupe giornalistica e produzione di documentari. Di questi ultimi ha all’attivo la realizzazione di oltre 100 puntate.

lun 27 mag (dalle 18.30 alle 20.00 - ingresso libero)

Siamo nati nudi: tutto il resto è travestimento (Penelope Please)

L3 amic3 di Marco Marras Casu, con la partecipazione di Please Savona Rainbow e Arcigay Savona, presentano: inaugurazione mostra fotografica di Alberto Terrile dedicata a Marco/Penelope Please; rinfresco e brindisi; presentazione iniziative del Savona Pride; proiezione del film Primadonna.

Alberto Terrile, fotografo creativo. Attivo nel campo editoriale, dello spettacolo (teatro, danza, cinema, musica) e pubblicitario. È specializzato nella ritrattistica d’autore. Noto in Italia, Francia e Stati Uniti soprattutto per il suo work-in-progress fotografico sugli angeli. Continua a lavorare in pellicola, promuove una dimensione etica del fotografare occupandosi di realtà difficili con focus particolare sulle neurodivergenze e la neurodiversità oltre a sostenere un rinnovato e salvifico rapporto con la natura. Da anni si occupa di didattica legata alla fotografia.

Primadonna

di Ludovico Serra, Clelia Scimone, Veronica Vescio, Daniele Gangemi

Italia 2015, 25’

Marco, artista savonese, come un Virgilio dantesco ci prende per mano e ci guida nel mondo delle drag queen assumendo di volta in volta punti di vista differenti. Uno sguardo sincero che ci trasporta all’interno di tre diverse storie, di tre vissuti lontani tra loro ma che nascondono un filo conduttore: quello del travestimento, filo comune dell’intero documentario. Travestimento superficiale ed esteta nel caso di Lupita (giovane ragazzo che si avvicina al mondo drag per divertimento), seducente invece per Penelope Please, nome d’arte dello stesso Marco; radicale ed epidermico nel caso di Naomi, famosa transessuale genovese. Primadonna non cerca di sensibilizzare lo spettatore su queste tematiche delicate, lo trasporta, attraverso queste tre storie, nella normalità̀ di un mondo, quello delle drag queen, variegato e complesso.

mar 28 mag (15.15 - 21.00)

mer 29 mag (18.00)

In occasione del primo Pride Savonese, in memoria di Penelope Please, metà degli incassi saranno devoluti alla associazione Please Savona Rainbow in sostegno all'organizzazione del Pride

20.000 SPECIE DI API

(20.000 especies de abejas)

di Estibaliz Urresola Solaguren

con Sofia Otero, Patricia López Arnaiz, Ane Gabarain

Spagna 2023, 125'

Orso d'Argento a Berlino 2023 per la miglior interpretazione (Sofia Otero)

Cocó, otto anni, si sente fuori posto e non capisce perché. Non si riconosce nel suo nome di battesimo, Aitor, né nello sguardo e nelle aspettative di chi ha intorno. Nel corso di un’estate nella campagna basca a casa della nonna - tra le gite al fiume, l’apicoltura e i saggi consigli di sua zia Lourdes - Cocò riuscirà forse finalmente ad affrontare i propri dubbi e le proprie paure, trovare la sua vera identità e decidere così qual è il suo nome...

"20.000 specie di api" è l'opera prima della sceneggiatrice e regista spagnola Estibaiz Urresola Solaguren, valsa l'Orso d'Argento al Festival di Berlino a Sofia Otero, la bambina che interpreta il ruolo da protagonista comprendendone a fondo e restituendone in mille sfumature tutto il vissuto. «Ho sempre riflettuto sull'identità, sul corpo e sul genere. Sono la quinta di sei figli e la maggior parte sono femmine. Ho sempre sentito una frattura tra i ruoli che mi venivano assegnati a casa e il comportamento che avrei dovuto tenere fuori. Siccome mi piaceva lo sport, ho trascorso la maggior parte della mia infanzia circondata da ragazzi. Ero più adatta all'azione, alla competizione, al gioco... Ma allo stesso tempo, non mi sono mai sentita veramente inclusa in quel gruppo. Questa storia nasce dalla necessità di mettere in discussione i limiti del rigido sistema sesso-genere. È un sistema che rifiuta e punisce socialmente le zone intermedie che esistono tra due estremi. Questo rifiuto ha generato e continua a generare molta sofferenza. Ho pensato che l'immagine dell'alveare fosse appropriata rispetto al tema del film, a causa della tensione tra l'individuo e la comunità. Nell'alveare, ciascuna delle api ha un ruolo distinto, necessario al funzionamento del gruppo. Tuttavia, l'alveare è più della somma dei suoi individui. È un organismo vivente a sé stante. In "20.000 specie di api" c'è un doppio punto di vista. C'è il punto di vista della figlia, ma anche quello della madre, che è il personaggio con cui mi identifico di più, per via della mia esperienza personale e della generazione a cui appartengo. Il film è il viaggio comune di queste due protagoniste. Per me l'infanzia trans è solo un altro aspetto della varietà umana, dei diversi modi di essere e di vivere che esistono nel mondo. Mi interessava affrontare la questione dell'identità in modo più ampio e studiare come le relazioni familiari possono influenzare il nostro viaggio verso l'autodeterminazione».

(Estibaliz Urresola Solaguren)

Trailer: https://youtu.be/ZPYGckRdjWY

mar 28 mag (18.00)

mer 29 mag (15.30 - 21.00)

In occasione del primo Pride Savonese, in memoria di Penelope Please, metà degli incassi saranno devoluti alla associazione Please Savona Rainbow in sostegno all'organizzazione del Pride

ESTRANEI

(All of us strangers)

di Andrew Haigh

con Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell

USA 2023, 105'

Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry, che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e viene spinto a tornare nella città di periferia in cui era cresciuto e alla casa in cui viveva da bambino, dove i suoi genitori sembrano ancora vivi, con lo stesso aspetto che avevano trent’anni prima...

Il nuovo film del regista britannico Andrew Haigh è una storia toccante, intensa e ipnotica sull’amore e la perdita (e tutto ciò che si trova nel mezzo), ispirata al romanzo "Estranei" dell’autore giapponese Taichi Yamada. Haigh ha adattato il testo, scritto nel 1987 e tradotto in lingua inglese nel 2003, dandogli un tocco personale e contemporaneo. Anche se il film è ambientato in un periodo di tempo e in un’epoca ben precisi, le scene in cui il protagonista torna nella casa della sua infanzia sono collocate in una versione anni Ottanta del nostro mondo, come se si stesse avventurando in una memoria onirica e offuscata generata dalla nostalgia. Per rafforzare il realismo e mettere in evidenza il legame personale di Haigh con la storia, alcune di queste scene sono state girate nella vera abitazione in cui il regista viveva da bambino. «Quando ho pensato al concetto della ‘casa d’infanzia’, ho immaginato la mia stessa casa, e sono tornato nella zona in cui sono cresciuto», spiega Haigh. «Non ci tornavo da quarant’anni, essendomi trasferito quando ne avevo dieci. Forse scioccamente, ho deciso che sarebbe stato bello provare a girare lì il film». Il viaggio romantico parallelo è invece ambientato in una Londra più familiare e contemporanea. L’isolamento dell’abitazione di Adam non si limita a mettere in luce il tema della solitudine, ma contribuisce a creare un’atmosfera ultraterrena che sottolinea l’elemento soprannaturale della storia. «Volevo che il luogo in cui Adam viveva rispecchiasse il suo stato mentale» afferma Haigh, «Adam desidera rivedere i suoi genitori e soffre perché vuole che loro lo conoscano. Forse, ritrovandoli, proverà un senso di conforto e potrà finalmente dir loro addio, chiudendo i conti con il passato. Ma non è un compito facile, perché spesso la nostalgia può nascondere una verità diversa, e i suoi genitori erano un prodotto del periodo in cui vivevano. Adam dovrà inoltre affrontare la sua fragile percezione di sé, malconcia a causa del fatto di essere cresciuto come una persona gay negli anni Ottanta e Novanta. Due traumi strettamente intrecciati tra loro che forse gli stanno impedendo di trovare la pace. Le memorie ci definiscono: definiscono le persone che diventiamo e il nostro carattere, nel bene e nel male». Prosegue Haigh: «Adam ha l’opportunità di tornare bambino. Credo che tutti possano comprendere il desiderio di voler tornare indietro e ridefinire il proprio rapporto con i genitori. Volevo che si trattasse di una catarsi. Volevo che il pubblico provasse un’emozione simile».

Trailer: https://youtu.be/ihctsc4fAa8

gio 30 mag (21.00 - ingresso a offerta libera)

La vendetta del lupo monco

Una serata per parlare insieme del Lupo, problematiche, coesistenza, conoscenza.

Con noi gli ospiti Paolo Rossi, fotografo e reporter di natura; Irene Borgna, scrittrice e antropologa; Mattia Passani, redattore di CimediCime.

Nella serata verrà proiettato il cortometraggio: 

La vendetta del lupo monco

di Paolo Rossi

Italia 2019, 17'

La fucilata di un bracconiere spezza l’equilibrio tra lupo e uomo.Un documentario breve sulla storia di un lupo che, a causa di un atto di bracconaggio, ha adottato comportamenti anomali. Menomato da una fucilata, per anni insieme al suo branco ha suscitato terrore negli abitanti di una valle dell’Appennino settentrionale. Questo animale eccezionale ha mantenuto il suo status di capobranco nonostante l’invalidità. Ha evitato abilmente bracconieri e biologi, vivendo da fuorilegge fino alla sua scomparsa.

Paolo Rossi è nato a Genova nel 1983, si è diplomato in Agraria con la tesi Il ritorno del lupo nell’Appennino Ligure (2003), dal 2010 diventa un fotografo specializzato nei lupi in libertà e dal 2017 realizza brevi documentari che riguardano gli animali selvatici dell'Appennino delle Quattro Province.

Irene Borgna. Una laurea in filosofia e un dottorato di ricerca in antropologia alpina con Marco Aime, ha fatto della montagna la sua passione e il suo mestiere. Nata a Savona nel 1984, oggi vive e lavora in Valle Gesso (Cn), dove si occupa di divulgazione e comunicazione in campo ambientale presso le Aree protette delle Alpi Marittime. Guida naturalistica, in estate porta a spasso gli escursionisti fra cime e rifugi.

Mattia Passani. Genovese cresciuto tra la città e l'entroterra, scarsissimo alpinista, redattore di CimediCime e appassionato di selvatico nello specifico del rapporto tra uomo e lupo.

 

INFO BIGLIETTERIA

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio (aprite il link in un browser esterno a Facebook, altrimenti non visualizzerete i posti disponibili!). 

teatro dei cattivi maestri 

 

 

Venerdì 24 maggio, ore 20:30

Teatro dei Cattivi Maestri – Officine Solimano

Piazza Rebagliati, Darsena di Savona

 

LEVIATANO

Con gli allievi del Laboratorio Teatrale “Ragazzi”.

Scritto e diretto da Michela Castellani e Beatrice Giacardi.

Con gli allievi del laboratorio: Agnese Bellino, Ennio Delfino, Flora Delfino, Amanda Denevi, Bianca Garofoli, Sofia Molino, Jetmira Myrtaj, Anna Ottonello, Maddalena Rebagliati, Matilde Picasso, Giovanni Petrillo, Bianca Poggi, Cristina Sanguineti, Bianca Savio, Giovanni Verbena, Roberto Vercella.

INGRESSO GRATUITO.

 

 

Comunicato completo di tutti gli eventi

Sabato 25 maggio
MORO’S NOT DEAD – Votto + Losers Parade + Eversione + Slavo djset + esposizioni (dalle 16.30)
Ritorna ad animare le Officine Solimano il progetto – Moro’s Not Dead -, dedicato alla ricostruzione storica del punk italiano fotografato nel quindicennio 1977 – 1993.
Apertura esposizione @ NuovoFilmstudio ore 16:30
Apertura mostra @ Cattivi Maestri ore 18:00
Apertura porte Raindogs House ore 21:00
Inizio concerti ore 22:00
ingresso 10e con tessera arci
Biglietti On Line: https://www.musicglue.com/circolo-raindogs-house/

Immagine che contiene testo, Carattere, schermata Descrizione generata automaticamente

 


Co-organizzata da Raindogs House, Sonicreducer e il fattivo sostegno di tutte le Officine, la giornata, esattamente come nel corso della prima edizione, si articolerà su tutti e tre i piani della struttura. Mostra principale ai Cattivi Maestri, mostra secondaria presso lo Spazio Espositivo Nuovofilmstudio, e concerto con Votto (sofferto emo-core dalla bassa padana), Losers Parade (Tigullio hc machine), Eversione (Sanremo fucked-up punk-core) + dj-set di contrappunto e finale pilotato dalla frenetica sapienza dello Slavo di “Carognesca” fama e molto altro.

Parte dell’incasso, in accordo con Raindogs e i tre gruppi andrà a sostenere il progetto editoriale, in lenta, ma progressiva creazione “Moro’s not dead”: ricostruzione storico-discografica dedicata al punk/post-punk underground italiano. Specularmente alla mostra, fotografato nei suoi primi quindici anni.
Una finestra temporale che vide il Bel Paese trasformarsi nella più autentica delle “Daydream nation” / More drugs than Elvis, per davvero, più opportunamente sostituibile con Moro, davvero, amaramente per davvero! – Restate in contatto, per Dincy!

Il nucleo originario di Sonicreducer.it si forma sul finire del 2007, rimanendo del tutto aderente all’attitudine DIY, coniugata alle nuove possibilità comunicative offerte dalla rete. Il progetto, oltre alla passione per l’ambito più propriamente musicale-artistico e alla centralità assegnata al rigore della catalogazione, si propone da subito di contrastare il costante e pervasivo assorbimento del punk nell’ambito della cultura “alta”. Una normalizzazione che, seguendo la sclerosi mediatica, può passare tanto da patetici riconoscimenti stile dischi d’oro, MTV awards, museo delle cere rock quanto, soprattutto, dalla trappola dei Cultural studies. Consapevoli che, solo movimenti reali generano autentiche contraddizioni e, per riprendere il pensiero di Stewart Home: con il punk, appena tenti di orientarti nella tradizione, ti trovi all’improvviso di fronte a uno o a innumerevoli slittamenti dei suoi presunti confini.


 

“Moro’s not dead 1977-1993”
L’esposizione del punk italiano pt. 2
Grafica, fotografia, documenti dalla prima linea del fronte Occidentale

Sbrigativamente associato al “semplice” aspetto musicale, il punk, in base alla parola d’ordine “Anyone can do it”, sviluppò da subito interessanti e innovativi percorsi grafico-fotografici dal potente impatto anti-artistico. Un movimento di iper-democratizzazione della pratica arte talmente vasto e capillare, quale, forse, non si osservava dalla nascita di Dada. Differentemente dall’enorme business in cui si era involuta la forma rock nel corso degli anni ‘70, grafici, fotografi e performer punk iniziarono a offrire qualsiasi cosa, tranne sicurezza e prevedibilità. Uno stile immediato, angolare, dissacrante e autoironico, detournante, minimale e, molto spesso, rivoltante.
L’ambito italiano, sebbene influenzato dalle esperienze anglosassoni fatte di collage assurdisti e composizioni grafiche ai limiti della bidimensionalità, sviluppa sin dalle sue prime testimonianze – “Dudu + Pogo”, “Xerox” – un approccio unico e distintivo. La tradizione dei volantini politici anni ‘70 che si fonde con saccheggi dalle Avanguardie storiche, l’irrompere dei fogli del coevo Movimento del ‘77 con la loro offerta di moltiplicazione delle realtà possibili e la frammentazione del senso-parola, unite agli oggetti-pubblicità più dozzinali proposti dalla morente società del consumo di massa. Gli anni ‘80 vedranno poi l’emergere di un più esplicito terreno politico, senza che però, esso, vada mai a detrimento della caotica urgenza originaria, anzi. E’ la stagione dei grandi disegnatori-grafici-graffitari della generazione hc-punk: Dumbo (Upset Noise, Negazione, Isola nel Kantiere), Swarz, Atomo, Vandalo (scena milanese), Benzo (Fall Out/scena spezzina), Kix (Hydra mentale/Virus/Helter Skelter/Decoder), l’indimenticabile Gianluca “Prof. Bad Trip” Clerici (Holocaust, Fall Out, Kronstadt/scena spezzina/GDHC), Grog “Sottocultura” e Carlo “Bounty Scarponacci” Chiapparini (Attack punk rec./scena bolognese), Luca “Abort” Bortolusso (Blue Vomit/Nerorgasmo/scena torinese), Stiv “Rottame” Valli (T.V.O.R./scena milanese) e le varie tribù toscane del G.D.H.C. Senza dimenticare le decine d’altri anonimi o del tutto estemporanei che, tra la costernazione del benpensante di turno, hanno letteralmente riempito di contenuto-senso le mura delle nostre città, aprendo di fatto una breccia per i successivi sviluppi della contemporanea Street Art.

Moro’s not dead parte dalle prime sparute fanzine di fine anni ‘70, per lo più provenienti dalle grandi città – con la significativa eccezione di Pordenone – per arrivare allo sviluppo di una sempre più diffusa e consapevole poster art, così come si realizzò con l’esplodere del movimento hc-punk italiano. A tutt’oggi apprezzato e riconosciuto all’estero, come si avrà modo di scoprire, ben oltre i suoi meriti di pura rivendicazione politico-sonora. Un percorso non adagiato sulla melassa della memoria, neutralizzatrice di ogni conflitto, ma, al contrario, corredato da scritti e commenti dall’interno stesso della scena, dai suoi protagonisti, dai suoi suoni-testi, senza velleità museali e/o storico-letterarie, senza riletture sociologiche, riflussi nostalgici e, peggio del peggio, l’idea esplicita o sottaciuta che tutto sia finito quel famoso giorno in cui…
Nel dettaglio la mostra, partita con 50 pannelli standard più 2 pannelli introduttivi, è stata ampliata sino a oltre 80, con l’aggiunta di numerose nuove schede esplicative. Alcuni tra i pannelli più recenti sono esplicitamente incentrati sulla realtà savonese, quasi un tributo a una scena estremamente significativa nell’ ambito del variegato sottobosco punk/post-punk nazionale. Un approccio che verrà replicato di città in città, a seconda delle future possibilità di esposizione. Caratteristica che rispecchia perfettamente il carattere work in progress proprio del sito da cui tutto si originò http://www.sonicreducer.it e che presto verrà riaperto, unitamente al neo-progetto editoriale che lentamente sta prendendo forma.
Il focus è posto sul quindicennio 1977-1993, integrato da rilevanti appendici capaci di sottolineare un filo diretto, la trama di una storia, minoritaria finché si vuole, ma che non è mai stata realmente spezzata. Un cammino da percorrere e ripercorrere con i gruppi e la musica da loro creata, la grafica, la fotografia e i documenti politico-personali creati dal punk italiano colto nella sua radicalità, nella ricchezza delle sue molteplici sfaccettature e nelle sue estese connessioni con le scene estere – non solo USA/UK, ma anche mitteleuropee e finanche dell’est Europa. Attraverso questa pluralità di materiale, Moro’s not dead propone un più ampio approfondimento storico: uno sguardo altro, o, meglio, un’inedita prospettiva utile a scardinare la vulgata dei “mitici” anni ’80. Un periodo che, da possibile secondo miracolo economico italiano, dovrebbe essere sempre più riletto come illusorio e feroce arco temporale pre-globalizzatore.

 

 

RAINDOGS HOUSE musica

Raindogs House/Secondo Piano/Officine Solimano/Savona
www.raindogshouse.com - www.officinesolimano.it

- All The Young Dudes from Savona! -

 

 

venerdì 24 maggio
WILDCATS + FUORITEMPO
🔑 Apertura porte ore 21:00
🍔 Possibilità di cenare con le nostre specialità
🎤 Inizio concerto ore 22:00
📍 ingresso gratuito con tessera arci
❓Domanda iscrizione: https://portale.arci.it/preadesione/raindogs/

 

- Fuoritempo, non solo un gruppo anche un modo di sentirsi, di sentire le cose. Alla voce Lisa Fornaroli, al basso Leonardo De Lucis, alla batteria e alle sperimentazioni sonore Paco Vescovi e alla chitarra Amerigo Persenda. Siamo nati durante la pandemia quando tutti i giorni erano uguali e non avevamo vie di fuga. Composta qualche canzone e partecipato a diversi live stiamo registrando i nostri inediti per lanciare a breve un disco. Al momento giriamo per la provincia con grandi sogni in testa e un cartello che grida: " non dire una parola che non sia d'amore", portando nella scena savonese e non solo il nostro punk e rock!

 

- Studenti di giorno e metallari di notte, i Wild Cats sono una band di giovani savonesi uniti dalla passione per il metal e il rock progressivo. Nati come cover band, hanno presto iniziato a comporre brani originali, portando sul palco canzoni che mescolano la potenza del metal con le complesse strutture del rock progressiv

 

 

 

Sabato 25 maggio

MORO’S NOT DEAD – Votto + Losers Parade + Eversione + Slavo djset + esposizioni (dalle 16.30)

Ritorna ad animare le Officine Solimano il progetto – Moro’s Not Dead -, dedicato alla ricostruzione storica del punk italiano fotografato nel quindicennio 1977 – 1993.

 

Apertura esposizione @NuovoFilmstudio ore 16:30

Apertura mostra @Cattivi Maestri ore 18:00

Apertura porte Raindogs House ore 21:00

Inizio concerti ore 22:00

ingresso 10e con tessera arci

Biglietti On Line: https://www.musicglue.com/circolo-raindogs-house/

Co-organizzata da Raindogs House, Sonicreducer e il fattivo sostegno di tutte le Officine, la giornata, esattamente come nel corso della prima edizione, si articolerà su tutti e tre i piani della struttura. Mostra principale ai Cattivi Maestri, mostra secondaria presso lo Spazio Espositivo Nuovofilmstudio, e concerto con Votto (sofferto emo-core dalla bassa padana), Losers Parade (Tigullio hc machine), Eversione (Sanremo fucked-up punk-core) + dj-set di contrappunto e finale pilotato dalla frenetica sapienza dello Slavo di “Carognesca” fama e molto altro.

Parte dell’incasso, in accordo con Raindogs e i tre gruppi andrà a sostenere il progetto editoriale, in lenta, ma progressiva creazione “Moro’s not dead”: ricostruzione storico-discografica dedicata al punk/post-punk underground italiano. Specularmente alla mostra, fotografato nei suoi primi quindici anni.

Una finestra temporale che vide il Bel Paese trasformarsi nella più autentica delle “Daydream nation” / More drugs than Elvis, per davvero, più opportunamente sostituibile con Moro, davvero, amaramente per davvero! – Restate in contatto, per Dincy!

Il nucleo originario di Sonicreducer.it si forma sul finire del 2007, rimanendo del tutto aderente all’attitudine DIY, coniugata alle nuove possibilità comunicative offerte dalla rete. Il progetto, oltre alla passione per l’ambito più propriamente musicale-artistico e alla centralità assegnata al rigore della catalogazione, si propone da subito di contrastare il costante e pervasivo assorbimento del punk nell’ambito della cultura “alta”. Una normalizzazione che, seguendo la sclerosi mediatica, può passare tanto da patetici riconoscimenti stile dischi d’oro, MTV awards, museo delle cere rock quanto, soprattutto, dalla trappola dei Cultural studies. Consapevoli che, solo movimenti reali generano autentiche contraddizioni e, per riprendere il pensiero di Stewart Home: con il punk, appena tenti di orientarti nella tradizione, ti trovi all’improvviso di fronte a uno o a innumerevoli slittamenti dei suoi presunti confini.

 

 

 

Mercoledì 29 maggio ore 19.00

BIANCOPARTY #2

Dj set by Caledonia Asbesthos

Raccolta fondi per il primo Pride di Savona

Con l’arrivo della bella stagione, è doveroso tornare alle sane e piacevoli abitudini. Quest’ anno i #biancoparty iniziano mercoledì 22 maggio e ci terranno compagnia fino a fine giugno, dall’ ora dell’aperitivo in avanti, sulla bella terrazza, per spezzare la settimana con un momento di meritato relax, insieme a tanti amici, ottima selezione musicale da parte di grandi Dj, birre ghiacciate, vinelli belli freschi, spruzzate di soda e il nostro pettinato piattino aperitivo.

com