News04 giugno 2024 17:57

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Rimane abbarbicata a Toti, la destra ligure. Nonostante l’inchiesta che ha decapitato Regione e porto, come previsto nel consiglio regionale di oggi la maggioranza ha respinto la mozione delle opposizioni, tirando in ballo una “posizione garantista”, l’antico attacco ai giornali (“una condanna mediatica preventiva tramite linciaggio morale e politico”, secondo il vice di Toti Piana) e perfino il senso di responsabilità

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E tirando fuori, di nuovo, la presunta Liguria dei record (!!) in cui “molto è stato fatto e altrettanto c'è ancora da fare” (speriamo non troppo, per carità).

Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa, respinge al mittente le accuse di irresponsabilità: "In un contesto in cui la voce del Presidente, attualmente agli arresti domiciliari, si fa sentire tramite una lettera in cui difende la sua posizione, emerge una totale mancanza di visione politica. La mozione di sfiducia non è una mancanza di garantismo, ma piuttosto un atto necessario di responsabilità verso le istituzioni e verso le cittadine e i cittadini. Il Presidente è coinvolto in vicende giudiziarie che ne impediscono l'efficace guida amministrativa e politica".

"È importante sottolineare che sia a livello regionale che comunale le disparità erano emerse da tempo: mentre ad alcuni, come Spinelli, venivano concessi spazi, ad altri attori della logistica venivano invece negati.” Prosegue Pastorino.

"Dal punto di vista sanitario, la situazione continua a essere drammatica: la Corte dei Conti boccia la sanità ligure senza sconti. Le criticità vanno dal disavanzo record (peggiore solo al Molise) alle infinite liste d'attesa, dalle strutture fatiscenti ai favori verso le strutture private".

“La maggioranza si definisce sempre come 'quelli del fare', ma chi ha effettivamente realizzato qualcosa di tangibile in questi 9 anni alla guida della nostra regione? Progetti come il nodo ferroviario di Genova o la Gronda (a cui siamo contrari) sono costellati di ritardi, inaugurazioni a favor di camera e promesse infrante.

È giunto poi il momento di porre fine a sprechi e inefficienze, come nel caso di ALISA, che spende decine di milioni di euro in consulenze senza alcun reale beneficio per la comunità”.

Pippo Rossetti (Azione), assente alla seduta odierna, per motivi di salute, osserva: “Ci sono forti motivazioni politiche perché non solo Toti, ma tutte le forze del centrodestra vengano chiamate alle proprie responsabilità per aver svuotato le istituzioni e aver spostato i centri delle decisioni in altre sedi”.

“Questa mozione di sfiducia - ha dichiarato il capogruppo PD in Regione Liguria Luca Garibaldi dopo la presentazione della mozione di sfiducia - è stato un atto politico necessario, perché siamo di fronte a un centrodestra che ha perso completamente la capacità politica e di governo, e a una gestione della Regione condizionata da un’azione antidemocratica, dal fastidio per il confronto pubblico. Considerando le regole come un rallentamento, le comunità come un fastidio e costruendo una narrazione che ora è implosa. È stata creata una coalizione di 'inclusi' che ha provocato una decrescita infelice per tanti e felice per pochi. Siamo arrivati al grado più basso dell’etica pubblica. E c’è un tema centrale che è anche quello della legalità, la presenza delle mafie non può essere tollerata in nessun ambito, ma dalle intercettazioni dell'inchiesta sono emersi presunti voti di scambio e accordi con esponenti di Cosa nostra mai stigmatizzati dal centrodestra. Il silenzio sul tema delle infiltrazioni mafiose è scandaloso. È giunto il momento di dare la parola ai liguri per garantire un futuro alla Regione”.

“Uno degli emblemi del modello di malgoverno di Toti e di tutto il centrodestra in Regione - aggiunge il consigliere regionale PD Roberto Arboscello - è stata la gestione del trasferimento del rigassificatore a Vado-Savona, un modello che non ha previsto e non prevede alcun confronto: decisioni prese a tavolino calpestando i veri bisogni e le richieste di cittadini, territori, amministrazioni locali. Un modo di operare che è stato applicato anche nelle crisi industriali che hanno colpito la Liguria e il savonese in particolare. In tutti questi anni non è stata realizzata nessuna politica di rilancio aziendale. Nessuna vera azione di confronto dal basso con lavoratori, sindacati e aziende, mentre la precarietà ha messo e sta mettendo a repentaglio la qualità di vita e di lavoro di decine e decine di persone e famiglie. La Regione ha utilizzato un metodo di confronto i cui protagonisti erano pochi e privilegiati interlocutori, a volte prospettando decisioni arrivate dall'alto e prive di ogni concertazione. Senza contare le ripercussioni sulla sanità di questo metodo che ha contraddistinto tutto il centrodestra, complice di questo modello che abbiamo e continueremo sempre a contestare”.

“Quella del centrodestra al governo della Liguria - conclude il consigliere regionale PD Davide Natale -  è una stagione finita. Il fallimento è palese e la narrazione del fare si scontra ed è smentita dalla realtà con cui i cittadini liguri fanno i conti ogni giorno. In nove anni nessun progetto è stato portato a compimento: la sanità è in forte difficoltà, con ospedali promessi e mai realizzati; liste d’attesa infinite, nonostante interventi tampone che si sono rivelati nei fatti inutili e inefficaci; ambulatori territoriali annunciati e mai aperti; ed è sempre più chiara la tendenza e la volontà di una privatizzazione a scapito del Sistema sanitario pubblico. Questo fa il paio con un’idea di governo della cosa pubblica personalistica e a favore di pochi, con progetti calati dall’alto e imposti senza alcuna condivisione con i territori e assenza di visione. In questi nove anni la Liguria ha assistito a una costante e crescente fuga di giovani che abbandonano la regione per mancanza di prospettive e possibilità di crescita”.

Disciplina e onore, ricordano dal M5S, latitano: "Toti ha amministrato avendo ben chiaro l’interesse pubblico o ha favorito l’interesse di parte? Le ricostruzioni fantasiose fatte oggi dal centrodestra fanno il paio con un’ipocrisia da record: davvero credono in quello che hanno detto o era l’ennesima messa in scena? Incapaci qui in Liguria, incapaci a Roma, dove prendono in giro i cittadini erogando somme ridicole per far fronte allo scandalo delle liste di attesa nella sanità. A questo punto, alla maggioranza chiediamo un sussulto di trasparenza: quanti di loro sapevano della condotta del presidente e del suo capo di gabinetto? E chi sapeva, approvava?", concludono i pentastellati.

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