News01 luglio 2024 17:19

Il sogno

Appuntamento venerdì 5 luglio alle 18 a Pozzo Garitta ad Albissola Marina

Il sogno

Venerdì 5 luglio alle ore 18 il Circolo degli Artisti inaugurerà, con la presentazione di Sergio Tortarolo, la  mostra "IL SOGNO" con opere di Giampaolo Parini.

 

Giampaolo Parini (1945-2015)

Nato a Cuneo si forma negli studi tra Bologna e Firenze diventando un pittore e scultore; Ad Albissola si avvicinerà al mondo della ceramica. Dalla fine degli anni '60 partecipa a numerose collettive e personali. 

Sarà docente di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico A. Martini di Savona.

L’artista con un taglio molto in linea del periodo come colori e forme segue comunque un filone figurativo, realizzando, con tecnica raffinata, dipinti e sculture volte soprattutto ai temi sociali e umani. 

Predilige la figura femminile, che affronta per un lungo periodo, dedicandosi anche a numerose opere grafiche.

Realizza nudi, classicità, ma sempre in bilico tra verismo oggettivo e dimensione immaginaria.

 Giampaolo Parini ha avuto, in anni in cui l’arte sembrava soggiogata dalle esperienze più disparate (dall’informale allo sperimentalismo fine a sé stesso), il coraggio di raccontare il proprio mondo interiore con le armi della classicità. La sua ricerca sulla forma, il suo talento nella rappresentazione (o nella raffigurazione), sono merce rara. Anzi rarissima. Le sculture di Parini sono un’esplosione di grazia ed erotismo, un canto di lode al Creato, se qualcuno ci crede, o alla Natura, per gli altri.”

Ferdinando Molteni (dal libro catalogo "Priamàr d'autore" 2008)

 “Le immagini di Giampaolo Parini non rimandano a nessuna interpretazione simbolica e significano solo se stesse, perché tutti i richiami sono decontestualizzati nello stesso momento in cui vengono proposti. In questo senso l’artista si allontana dai “citazionisti” perché non riproduce pari pari stilemi recuperati e storicizzati: anche se recupera l’aspetto, il “significante” nel modo più splendido, allontana il significato, la storia, la narrazione dei fatti. Nella sua proposta aperta il “significato” diventa parte integrante del significante oppure si fonde nella forma. Dando valore sostanziale al lavorare (e sul modo in cui lo fa, sui colori, sullo spazio, sulla luce dove vuole che cada subito l’occhio dello spettatore) Parini si può definire un concettuale che, tuttavia, non carica l’operazione di significati e finisce così per diventare l’opposto del concettuale storico. Ribaltando ogni operazione di meccanico ready-made che attribuisce all’artista non solo la parte di sottrarre un oggetto preesistente dal suo contesto riutilizzandolo, alla Duchamp, in un contesto diverso come parodia dell’opera d’arte, Parini vuol fare ancora opera di creazione: la sua materia sa essere luce quando è oscura. Bianco e nero sono la stessa faccia della vita che si forma, nel suo enigmatico gioco di silenzi e mormorii. Queste opere diventano così il grande teatro dove l’uomo si rimette continuamente in gioco attraverso la luce, lo spazio, i sottili e impenetrabili rimandi al destino, all’altrove, al passato e al futuro, in un pulsare di echi, di memorie, di speranze, di volontà di esistere.”

Silvio Riolfo Marengo (dal libro catalogo "Priamàr d'autore" 2008)

Fino al 14 luglio, con apertura tutti i giorni dalle 17 alle 19.

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