Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria.
A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all'ufficio protocollo dell'Ente è stato questa mattina alle 10.40 l'assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti.
Cosa succede adesso
In base all’art. 126 della Costituzione le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti comportano automaticamente le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento anticipato del Consiglio.
Da quel momento il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il presidente facente funzioni entrano in regime di prorogatio fino all’insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova Giunta, per assicurare la continuità amministrativa dell’Ente e poter compiere quelle attività di ordinaria amministrazione o atti indifferibili e urgenti che si rendessero necessari nel periodo transitorio.
Dal punto di vista istituzionale le elezioni verranno convocate dal presidente facente funzioni della Giunta regionale Alessandro Piana d’intesa con la presidente della Corte d’Appello di Genova e si svolgeranno entro il termine di 90 giorni dalla data delle dimissioni.
Le reazioni
“Oggi, con le dimissioni di Giovanni Toti, si chiude una lunga e controversa stagione politica per la nostra regione - lo dichiara il Capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale Gianni Pastorino - Toti non è più presidente della Liguria, questo momento rappresenta una svolta cruciale per il futuro del nostro territorio.
Desidero innanzitutto ribadire il nostro impegno per una cultura garantista. La giustizia deve seguire il suo corso naturale, e noi rispettiamo profondamente questo principio. Tuttavia, sin dal 7 maggio 2024, giorno in cui Toti è stato sottoposto agli arresti domiciliari, ho chiesto con forza ogni giorno le sue dimissioni. È fondamentale che le donne e gli uomini liguri possano nuovamente esprimersi e scegliere un nuovo governo per la regione.
In realtà si sono persi più di due mesi. Toti potrà pure dimostrare alla magistratura la sua innocenza, ma era evidente fin dall’inizio che non si potesse governare una regione, fatta di donne, uomini, povertà, lavoro, ambiente, imprese, disuguaglianza, insomma un corpo vivente, dagli arresti domiciliari. E oggi appaiono ancor più ridicole e incomprensibili le arroganti dimostrazioni di forza dei giorni scorsi delle consigliere e dei consiglieri di centrodestra, primi peraltro ad abbandonate Toti al suo destino.
Ora tocca a noi, al centrosinistra, dimostrare di essere una valida alternativa. Abbiamo l’opportunità e la responsabilità di costruire una Liguria diversa, una Liguria che non sia più nelle mani di un centrodestra che ha governato per nove anni. Vogliamo una regione con maggiore equità sociale, una sanità più accessibile e attenta ai bisogni delle persone, una cura e attenzione più decise per l’ambiente, e uno sviluppo economico che crei posti di lavoro dignitosi e condizioni di vita migliori per tutti.
Questa è la sfida che accettiamo con entusiasmo e determinazione. Toti oggi se n’è andato, non solo termina una stagione politica, ma anche un periodo in cui il nostro presidente si era trasformato in un doge, allontanandosi dal ruolo politico che dovrebbe rappresentare. È il momento di tornare a governare questa regione con responsabilità e trasparenza.
I liguri e le liguri meritano un governo capace, onesto e vicino alle loro esigenze, anche quando le situazioni saranno difficili e complesse. Siamo pronti a raccogliere questa sfida e a lavorare per un futuro migliore, evitando gli errori del passato. Oggi è una giornata importante e positiva per la nostra regione.
Uniti e determinati, possiamo costruire insieme una Liguria più giusta in cui sia possibile avere uno sviluppo economico e sociale condiviso dalle persone" conclude Pastorino.
“Quanto avvenuto oggi è la certificazione del fallimento di Toti e della sua politica. Una politica che ha anteposto gli interessi di pochi a quelli dei liguri pensando a una sorta di impunità che è teorizzata anche da altri esponenti del centrodestra ligure e nazionale. Il giudizio non è della magistratura e della legge ma è figlio del mandato elettorale.
Il disastro del centrodestra ligure è confermato da quanto non è stato fatto in questi anni: la sanità allo sbando retta solo dal sacrificio degli operatori, l'opacità nell’amministrazione, l’assenza di concrete politiche ambientali, la mancanza di un piano industriale capace di rilanciare la presenza di grandi gruppi nella nostra regione e politiche per la casa e per le nuove generazioni del tutto assenti.
Ora si deve aprire una nuova pagina che sappia guardare al futuro e che rompa un sistema che ha relegato la Liguria a un ruolo marginale nello scacchiere nazionale. Si parta dal no secco al trasferimento della nave rigassificatrice e si metta al centro il tema sanitario e quello del lavoro”. Così Davide Natale, segretario PD Liguria.
"Il fallimento politico di Toti già più volte da noi denunciato è stato su sanità, ciclo dei rifiuti, agricoltura e pesca, infrastrutture, ambiente. energia e politiche sociali con una regione sempre più anziana e sempre meno in crescita demografica , marginale rispetto al nord ovest e alla macroregione. E tutto questo a prescindere dall'indagine che lo ha coinvolto e che lo vedrà innocente fino al terzo grado di giudizio. Azione Liguria da mesi sta lavorando e continuerà a farlo su proposte per un Governo alternativo che ridia speranza e valore ad una Regione strategica con le sue peculiarità economiche e sociali. . Ci aspettano mesi di lavoro spinti però da una grande speranza : consegnare ai liguri un Governo della regione alternativo, forte e innovativo" dichiara Cristina Lodi, Segretaria Regionale Azione Liguria.
“Finalmente. Era dall’8 maggio che chiedevamo il doveroso passo indietro di Giovanni Toti. E come abbiamo sempre detto, la Liguria non poteva rimanere appesa alle sue vicende giudiziarie, per le quali si difenderà nelle sedi opportune. Il nostro è sempre stato un giudizio politico. Oggi si sono concretizzate le sue dimissioni: era l’ora. Dispiace che si sia arrivati a questo epilogo dopo aver tenuto la Regione in ostaggio per 2 mesi e mezzo. Ora si restituisca la parola agli elettori, la cui decisione è e sarà per noi sempre sovrana”. Lo dichiarano il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi con il collega di Gruppo Paolo Ugolini.