News07 agosto 2024 16:17

Video Club. Non aprite quella mail

Arriva al Festival di Borgio Verezzi dall'8 all'11 agosto il clamoroso successo dell'ultima stagione parigina, firmato dal pluripremiato Sébastien Thièry, che affronta in modo davvero innovativo, il tema della crisi coniugale in un mondo circondato da telecamere nascoste e popolato da misteriosi voyeur.

Video Club. Non aprite quella mail

"Video Club. Non aprite quella mail" - nell'edizione francese candidato al Premio Molière come miglior commedia - è interpretato da Gianluca Ramazzotti e Elena Arvigo, con la regia di Marcello Cotugno. Sèbastien Thièry, che in questi giorni si trova negli Stati Uniti, ha mandato a tutto il cast il suo saluto dichiarando di sentirsi onorato e felice per questa prima edizione italiana del suo ultimo lavoro. 


Giovedì 8 - venerdì 9 - sabato 10 - domenica 11 agosto  / Prima Nazionale

VIDEO CLUB. Non aprite quella mail

di Sébastien Thiery / versione italiana David Conati

regia Marcello Cotugno

con Gianluca Ramazzotti e Elena Arvigo e con Camilla Ferrara

scene Alessandro Chiti, costumi Giulia Iacovacci.

Produzione Oliver&friends

"Video Club. Non aprite quella mail" è lo spettacolo del momento a Parigi, finalista al premio Molière come miglior commedia dell’anno. Un testo comico, attuale e romantico. 

Caterina e Gianmarco, una coppia in carriera, conducono una vita monotona. Un giorno scoprono di essere ripresi da una misteriosa webcam nascosta nella loro cucina. Questa nuova e inattesa situazione sarà l’occasione per ritrovare il senso profondo della loro relazione. Ma chi ha messo la webcam? A quale scopo? Può una coppia resistere alla totale trasparenza? La condivisione assoluta è una dimensione sostenibile in un rapporto?

Sebastien Thiery, autore di grande efficacia e molto noto in Francia (ma non ancora in Italia) ci è riuscito con Video Club, un testo che squarcia la vita di una coppia, in un plot sulla crisi coniugale, tema che qui prende una piega innovativa e induce a una riflessione profonda su un mondo iperconnesso dove tutti abbiamo l’impressione di essere osservati. Già Wim Wenders con il suo Crimini Invisibili e David Lynch con Strade Perdute avevano introdotto, nel lontano 1997, l’argomento, su cui sono poi tornati in tempi più recenti le serie Black Mirror e Person of Interest e i film 13 Cameras e The Voyeurs

I ruoli dei due protagonisti sono affidati a due interpreti di grande talento e con una capacità rara di passare, all’istante, dal comico al drammatico, dal naturalismo all’astrazione: Gianluca Ramazzotti e Elena Arvigo (vincitrice nella scorsa stagione del Premio Le Maschere per il Miglior Monologo con I monologhi dell’atomica). Mentre il deus ex machina, di cui non sveleremo le sembianze, è affidato alla giovane attrice Camilla Ferrara.

La regia di Marcello Cotugno punta al crossover stilistico, spaziando dalla commedia al dramma familiare, dal teatro astratto al teatro da camera. L’elegante scena di Alessandro Chiti si distacca dal realismo puntando sul simbolo: un simulacro di cucina, metafora della routine domestica. 

Le luci fredde e inquisitorie di Giuseppe Filipponio segmenteranno lo spazio investendolo di un bianco accecante che rivela ogni cosa. Le musiche, curate dallo stesso regista, spazieranno dai toni melanconici e onirici del progressive italiano anni ’70 del Banco del Mutuo Soccorso alle canzoni pop anni ’80 dei Soft Cell, per finire alle note romantiche e caustiche dei Tuxedomoon e di Cult with No Name. I costumi sono firmati da Giulia Iacovacci e, sebbene calati nel realismo della quotidianità, varieranno in nuance dai toni ora caldi ora freddi, a scandire le emozioni dei personaggi sulla scena.

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