News11 agosto 2024 15:41

Chiude tra favole e sogni il festival di Borgio Verezzi

In scena l’immaginazione visionaria e surreale di Marcello Barlocco in “Una sottile pazzia” e il viaggio fantastico nel mondo magico di Giambattista Basile (“Dreams ovvero Sogni e incantamenti”), che con il suo capolavoro ha ispirato le fiabe di autori come Perrault, i fratelli Grimm o Hans Christian Andersen e, nel 2015, un bellissimo film di Matteo Garrone: “Il racconto dei racconti”

Chiude tra favole e sogni il festival di Borgio Verezzi

Lunedì 12 agosto ore 20.30 e ore 21.00 – Grotte di Borgio Verezzi – Prima Nazionale

UNA SOTTILE PAZZIA

da testi di Marcello Barlocco

adattamento drammaturgico di Davide Diamanti

regia di Silvio Eiraldi

con Davide Diamanti, Matilde Amato, Giovanni Bortolotti e con Eleonora Demarziani, Michela Marenco, Riccarda Realini. Costumi I Coribanti del Liceo Martini Chiabrera di Savona.

Produzione Compagnia Uno Sguardo dal Palcoscenico

"Una sottile pazzia" è uno spettacolo itinerante tratto dai testi del visionario scrittore ligure Marcello Barlocco, con l'adatttamento dramamturgico di Davide Diamanti e la regia di Silvio Eiraldi. Lunedì 12 agosto il pubblico sarà guidato in un viaggio sugggestivo attraverso i meandri della mente di un autore immerso nei labirinti della folia. Carmelo Bene, che portò in scena i suoi atti unici nel 1961, ha scritto di lui: "… Interessante scrittore. Alto un metro e novanta, pesava trenta chili. Faceva impressione. L’avevano internato in manicomio, l’appendevano all’ingiù con la testa nel cesso.”

Che cosa sia la pazzia e che cosa sia la lucidità è difficile da capire, è un confine molto sottile. I personaggi che si incontrano durante il percorso non mostrano altro che le nostre paure e le nostre perversioni più nascoste. Una sottile follia nella quale ci riconosciamo tutti, difficile da accettare, ma della quale non possiamo fare a meno.

Marcello Barlocco (1910-1969), figlio di un rinomato farmacista di Carcare (SV), fin da giovanissimo mostra una personalità insofferente e ribelle. Il suo stile e il suo modo di scrivere non rispecchiavano il comune denominatore della società letteraria di allora e la sua tendenza omologante neorealista, rivolta all’impegno politico e a temi della Resistenza. La sua esperienza isolata, burrascosa e anticonformista, portò alcuni a considerarlo come un nuovo Dino Campana o François Villon. Altri critici e studiosi hanno fatto raffronti con Edgard Allan Poe o forse più impropriamente con Franz Kafka. Nei meandri della storia e dello studio, in quel confine sottile dove non si sa se finisca la realtà o cominci la fantasia, la sua vita e la sua figura sono avvolte nella leggenda, talché a volte viene a rendersi alquanto difficile districare il vero dall’immaginario.

Mercoledì 14 agosto ore 20.30 e ore 21.00 – Grotte di Borgio Verezzi – Prima Nazionale

DREAMS

ovvero Sogni e incantamenti

da Giambattista Basile

regia Carlo Senesi

con gli attori della Compagnia Teatro dell’Albero. Produzione Teatro Dell’Albero

“Dreams” è un percorso incantato attraverso il mondo evocato nel capolavoro di Giambattista Basile, "Il cunto de li cunti" (1634): 50 grandi fiabe legate alla tradizione popolare, che nei decenni successivi ispirarono autori come Charles Perrault, i fratelli Grimm  e Hans Christian Andersen. In scena nelle grotte di Borgio Verezzi mercoledì 14 agosto, lo spettacolo è diretto da Carlo Senesi e prodotto dalla Compagnia dell'Albero.

"Quando si parla di sogni" – afferma Carlo Senesi - "si entra immediatamente in un campo in cui la dimensione del tempo e dello spazio si intersecano in una logica che altera totalmente la catena fattuale: cause e effetti sono cancellati. Ed è così anche per la fiaba. La logica fiabesca prevede nuove regole nello specifico del racconto: il tempo fuori dal tempo e uno spazio/luogo che passa dall’usuale al meraviglioso e viceversa. Nei suoi racconti Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile trascrive l’epica farsesca della società seicentesca attraverso i generi della cultura popolare, innanzi tutto col teatro di strada con tutto il suo repertorio di burattini, cantanti e giocolieri. Dreams partendo da alcuni racconti del Cunto vuole mettere in evidenza, non solo l’aspetto magico e stupefacente di queste storie, ma soprattutto le loro origini storiche che affondano le radici nei riti di iniziazione dell'età tribale, negli archetipi ancestrali dell’essere umano e che appunto il racconto fiabesco fa emergere in tutta la sua evidenza con risvolti comici, drammatici e a volte feroci. Fate e orchi che abitano sull’orlo del buio che conduce ai mondi sotterranei sono metafore del rapporto tra il maschile e il femminile e, gli elementi primari della vita, i conflitti scatenati nella famiglia, la lotta per la supremazia, sia pure in una rappresentazione immaginifica, magica e spettacolare sono traslati in una dimensione onirica in cui lo spettatore riconosce ed esorcizza le ancestrali paure dei suoi sogni. Dreams è un viaggio corale attraverso diversi racconti che si snodano sul filo del magico che è in noi. Segmenti di memoria collettiva dove esseri al limite dell’immaginario camminano insieme senza nessuna difficoltà in uno spazio dove mostri, uomini, bestie e piante convivono senza difficoltà pur con incerti confini tra i loro mondi."



com