News02 settembre 2024 09:00

Il candidato

La candidatura di Andrea Orlando alla presidenza della Regione Liguria va accolta con favore e apre la strada a una campagna elettorale unitaria per realizzare l'alternativa verso una destra che ha governato seguendo interessi corporativi di natura privata e sta per uscire di scena nel quadro di una devastante "questione morale" (di Franco Astengo)

Il candidato

 

Per la sinistra savonese posta al di fuori dagli schemi di appartenenza partitica assume così una particolare importanza la "Riflessione Collettiva" proposta dall'Associazione "Il Rosso non è il Nero" per domani sera 3 settembre alle ore 20,45 presso la Sala "Stella Maris" di piazza Rebagliati: in quell'occasione saranno affrontati i temi di maggior urgenza progettuale e in particolare quelli di carattere economico e infrastrutturale (con un contributo di Fausto Dabove, segretario confederale CGIL Savona) e della sanità (con un contributo di Giampiero Storti già presidente dell'associazione "Amici del San Paolo".

In vista di questo appuntamento, per il quale si sollecita la partecipazione sembra proprio il caso di aprire il confronto su alcuni punti che si possono ritenere fondamentali per il positivo prosieguo della campagna elettorale e successivamente per la qualità di governo della Regione.

1) ABROGAZIONE TOTALE DELL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA

In questo senso si ricorda ancora l'importanza nel frangente delle categorie definite "No Lep" che collocano la vicenda ben oltre a quella fondamentale dell'equità e dell'uguaglianza formale ma nel pieno della prospettiva di collocazione strategica dell'Italia anche rispetto all'Europa (intervento in economia, finanza, fisco, ecc).

Naturalmente la scelta dell'abrogazione totale presenta rischi evidenti e necessità di un impegno straordinario, ricordando sempre le grandi difficoltà di mobilitazione dell'elettorato: ma non è possibile deflettere dal cercare un risultato che alla fine rappresenterebbe un vero e proprio punto fermo nel contrasto all'assalto della Costituzione che la destra sta portando avanti.. Considerare questo impegno fondamentale per la costruzione di una alleanza democratico - costituzionale in grado di rappresentare davvero un'alternativa rappresenterebbe un momento molto importante di costruzione del necessario consenso da sviluppare nell'occasione referendaria.

2) SISTEMA DI POTERE E ISTITUZIONE REGIONALE

Le scelte compiute dalla destra nel corso del suo mandato di maggioranza in Regione Liguria hanno avuto l'evidente destinazione proprio del consolidamento di un sistema di potere ( esercitato anche attraverso alleanze trasversali) e basato su scelte di carattere corporativo sia sul piano economico sia sul piano delle destinazioni territoriali (ultima in ordine di tempo ma non ultima per importanza quella della destinazione della nave -rigassificatore a Vado Ligure);

b) Questo sistema di potere può sfruttare ( e fin qui ha sfruttato) il mutamento di natura dell'Ente Regione che proprio in Liguria ha assunto caratteristiche particolarmente spiccate. Attraverso l'elezione diretta del Presidente della Giunta (che poi mezzi di comunicazione di massa e giornali hanno facilonescamente definito "Governatore") ha definito la fisionomia dell'Ente in soggetto di nomina e di spesa (anziché di coordinamento legislativo come stava nelle intenzioni di chi aveva proceduto a normare l'indicazione costituzionale);

c) In questo intreccio tra potere di nomina e potere di "elargizione di spesa" può diventare facile la connessione tra politica e affari in vari campi ( per quel che riguarda la Liguria oltre al sistema infrastrutturale realizzato in particolare attorno al porto di Genova non può essere dimenticato il tema del rapporto pubblico/privato in sanità: tanto per fare soltanto degli esempi).

In sostanza ci troviamo di fronte ad una questione molto precisa riguardante il finanziamento privato dell'agire amministrativo a fronte di un esercizio di progettualità concordata: finanziamento poi traslabile ai soggetti che concorrono alla formazione della decisionalità e della rappresentanza politica e che rappresentano ormai un tutt'uno con i soggetti che esercitano l'attività amministrativa.

Ci troviamo di fronte ad una faglia molto più sottile di quella classicamente rappresentata dalla dazione di tangenti che un tempo confluivano genericamente nello "scambio politico": un filone del tutto interno al mutamento di indirizzo nella concezione di divisione del potere e di annullamento del confine "storico" tra il pubblico e privato.

L'annullamento della distinzione tra pubblico e privato sembra proprio rappresentare la cifra distintiva di una nuova destra tecnocratica affiancata alla destra populista in modo da formare un blocco storico di una nuova "egemonia degli interessi".

La sinistra savonese può così porsi in gradi di evidenziare questioni specifiche che riguardano il territorio nell'ambito più generale e -specificatamente - quello regionale che di seguito si riassumono al solo scopo di fornire qualche indicazione al dibattito.

 

3) ALCUNE IPOTESI PROGETTUALI

 

a) Emergono come prioritari i temi dell'invecchiamento della popolazione e del deficit demografico: temi che richiamano la possibilità di utilizzare alcuni punti di forza presenti nella nostra Regione dal punto di vista dell'accoglienza delle nuove forme di lavoro legate alla digitalizzazione e dell'incremento e regolazione dei flussi migratori e relativi processi di integrazione considerati soprattutto sotto l'aspetto formativo;

 

b) rimane da sciogliere un nodo atavico che è quello di un discorso di unitarietà dei riferimenti regionali in presenza di un accertato ruolo di Genova come "Città Regione": questo elemento appare fondamentale da affrontare in relazione ad alcuni temi i principali dei quali riguardano le infrastrutture per le quali è necessario sviluppare un progetto di equilibrio tra l'uscita dall'isolamento e l'orientamento verso le direttrici di traffico (non soltanto per le merci) ferroviario, stradale, marittimo. Va individuato un asse portante verso il Nord , verso l'Ovest (Genova - Nizza), ad Est in rapporto con il "nuovo triangolo" e la Mitteleuropa, facendo in modo che tutta la Liguria si trasformi nello sbocco naturale delle aree più forti economicamente dell'Europa continentale tornando parte integrante della zona economicamente più avanzata del Paese, dopo la fine del cosiddetto "triangolo industriale". I collegamenti tra il Ponente e il Nord Ovest risulteranno in questo senso la frontiera del futuro;

c) Tre settori: quello portuale, quello turistico e quello sanitario possono rappresentare un nuovo volano di sviluppo a condizione che si superino - appunto - ristrette visioni corporative e privatistiche (emblematico il "caso balneari") attraverso il recupero da parte dell'Ente Regione di una propria capacità programmatoria da inserire in un contesto molto più ampio di riferimento nazionale e sovra-nazionale;

d) La presenza di una possibilità di sviluppo nella relazione tecnologia/innovazione industriale. Anche in questo caso il discorso di dimensione regionale appare assolutamente imprescindibile in quanto appare necessario, per attuare una efficace programmazione, analizzare il tema delle aree industriali dismesse sulle quali proporre di avviare imprese ad alto livello di know-how che, ad esempio in una situazione come quella della Val Bormida, rappresenta un elemento assolutamente decisivo per qualsiasi prospettiva futura;

e) La Liguria ha sofferto nel corso del tempo di una forte accelerazione nella cementificazione del suo fragile territorio (non a caso proprio il processo di invasione del cemento fu definito a suo tempo come "rapallizzazione"). Si tratta di un punto che assume ancora fondamentale importanza anche soprattutto sotto l'aspetto del rapporto costa/entroterra con lo spopolamento di interi borghi e relativo depauperamento economico. Si rileva la necessità di un vero e proprio piano di recupero in questa direzione. Grande attenzione da questo punto di vista andrà posta alla viabilità interna nodo decisivo nel rapporto costa/entroterra.

All'interno di questo quadro di collocazione politica e di intento progettuale la nostra Associazione cercherà con impegno di fornire un contributo fattivo a costruire un'alternativa sul piano dell'esercizio della democrazia, dell'identità progettuale, della necessaria raccolta di consenso.

Franco Astengo