"Siamo di fronte ad una situazione drammatica con il ventesimo mese consecutivo di segno meno della produzione industriale in Italia, eppure non si vedono all'orizzonte segnali di politica industriale da parte del Governo italiano: anzi si continua a calpestare chi lavora e il Lavoro in generale con il DDL Lavoro e non solo" denuncia Andrea Pasa, segretario della Cgil savonese.
"In Provincia di Savona la latitanza della politica regionale e nazionale rischia di mettere a repentaglio nell'industria migliaia di posti di lavoro e contatti strategici per l'intero Paese; Dalle mancate soluzioni delle crisi industriali conclamate - tutte iniziate nel periodo dell'amministrazione Toti: Piaggio Aerospace, LaerH, Funivie e Sanac nei settori aerospaziale, infrastrutturale e della siderurgia - latitanza e mancanza di politiche industriali da parte della Regione Liguria hanno prodotto una stratificazione di commissari, una decina per le tre vertenze più grandi, senza arrivare a nessuna soluzione - da 9 anni per Sanac , da 6 anni per Piaggio e da circa 5 per Funivie ".
"Ma c'è di più - prosegue Pasa - perché la mancanza di una visione industriale da parte dell'amministrazione Toti, che tra l'altro non si è mai dotata di un gruppo di lavoro che si occupasse delle crisi industriali pur essendo tra le regioni d'Italia in cui si concentrano numerose crisi, ha portato a questo ultimo anno senza nessun intervento, nessuna presa di posizione, nessun incontro per quanto riguarda due comparti che stanno attraversando una crisi importante - Vetro e Automotive - che in Provincia di Savona contano oltre 3 mila occupati tra diretti e indiretti e numerosi stabilimenti".
"Unica Regione d'Italia che non si è accorta di ciò che sta avvenendo in questi due settori straordinariamente importanti per l'intero Paese ma soprattutto per la Liguria, la provincia di Savona e la Valbormida. In questi ultimi anni la politica regionale sull'industria e sul lavoro ha completamente abdicato al proprio ruolo, dando a una pletora di Commissari la responsabilità di costruire politiche industriali che spettano invece alla politica. Tra crisi industriali non risolte e le difficoltà nei settori del vetro e dell'automotive - che se non risolte trascinerebbero l'intero territorio al punto di non ritorno, prima che sia troppo tardi gli amministratori locali tutti, indipendentemente dalle appartenenze politiche e dalla campagna elettorale dovrebbero mettere in campo la stessa responsabilità dimostrata in questi mesi dalle lavoratrici, dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali".