Negli ultimi anni, il fenomeno del conseguimento fraudolento delle patenti di guida, a fronte del pagamento di cospicue somme di denaro, si è sviluppato in maniera esponenziale su tutto il territorio nazionale, alimentando così le organizzazioni criminali specializzate in tale ambito.
Queste si trovano normalmente ben radicate nei territori di influenza e favoriscono l'effettuazione degli esami di teoria in vari modi, quali la sostituzione di persona, l'utilizzo di auricolari e sistemi elettronici di vario tipo, rendendo così vana la corretta selezione dei canditati, con pericolose ricadute sulla sicurezza stradale.
In questo contesto, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Savona, nell'ambito di specifici controlli di settore svolti dal dicembre 2019 fino all'estate appena conclusa, ha posto in essere un'attenta e complessa attività d'indagine denominata "PAY TO DRIVE" che ha permesso di individuare un'organizzazione con base operativa nel territorio di questa provincia.
La stessa è risultata composta da soggetti con compiti di vario tipo, tre dei quali sottoposti a custodia cautelare in carcere. Questi ultimi hanno fatto ricorso al patteggiamento, risultando quindi, ad oggi, gravati da condanna irrevocabile.
Il sodalizio criminale era strutturato con funzioni e ruoli ben definiti: il capo dell'organizzazione, noto nel settore delle autoscuole del ponente ligure, oltre a promuovere ed organizzare la struttura delinquenziale, si avvaleva di altri collaboratori che fungevano da "suggeritori", intermediari, procacciatori di "clienti", ed altri che curavano l'aspetto logistico preoccupandosi di fornire attrezzature elettroniche atte alla comunicazione tra i candidati e coloro che si trovavano all'esterno dell'aula di esame al fine di fornire loro le corrette risposte ai quiz ministeriali.
Per rendere meno evidente questo fenomeno avevano escogitato di avvalersi dei servizi di una nota autoscuola della provincia senza che la stessa fosse a conoscenza della loro attività criminale, utilizzando questa come "cavallo di Troia" per l'espletamento delle pratiche burocratiche per il conseguimento finale della patente di guida.
L'organizzazione criminale smantellata, che aveva peraltro creato una sorta di monopolio in provincia per questo tipo di "servizio", estendeva il proprio bacino di utenza anche fuori dai limiti regionali e consentiva il superamento dell'esame teorico anche a coloro che avevano evidenti difficoltà di comprensione della lingua italiana, tant'è che le indagini si sono successivamente concentrate sull'individuazione dei numerosi soggetti fruitori del servizio che la stessa offriva, denunciando gli
stessi alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di "falsa attribuzione di opere altrui" (Legge 475/1925).
Nei confronti degli stessi clienti è stata adottata, con specifici provvedimenti della Motorizzazione Civile, la revoca della patente di guida conseguita illecitamente; contestualmente l'indagine ha impedito di ultimare lo stesso iter fraudolento ad altre numerose persone che si erano rivolte all'organizzazione criminale.
La Provincia di Savona, su impulso della Polizia Stradale, ha emesso provvedimenti di sospensione alle mansioni di istruttore alla guida per due soggetti precedentemente autorizzati regolarmente.
Nel corso della complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona, oltre alla associazione a delinquere, sono emersi anche altri gravi reati commessi da alcuni appartenenti al sodalizio criminale, tra i quali una truffa ai danni di un anziano.