News18 ottobre 2024 17:22

Innovazione tecnologica e industria: le associazioni incontrano Andrea Orlando

Un incontro col candidato presidente della Regione Liguria si è svolto questa mattina presso la sede genovese dall'associazione "Le radici e le ali"

Innovazione tecnologica e industria: le associazioni incontrano Andrea Orlando

Con "Le radici e le ali" il nostro "Rosso non è il Nero" ha firmato, assieme ad altre 10 associazioni di cultura politica rappresentative di tutta la Regione, un documento comune per l'invito al voto nella prossima occasione elettorale del 27-28 ottobre .

Con Orlando era presente anche Enzo Amendola, responsabile nazionale delle politiche economiche del PD, già ministro per gli affari europei.

Tema dell'iniziativa il rapporto Liguria /Europa.

In questa sintesi si cercherà di focalizzare una delle tante questioni sollevate nel dibattito (sanità, scuola, servizi, ecc): al centro della riflessione aperta da Roberto Speciale e da Giancarlo Ferrero si situava infatti il tema del rapporto Liguria /Europa nel quadro di un progetto di reindustrializzazione da portare avanti attraverso una ritrovata competitività del tessuto produttivo della nostra Regione da realizzarsi sul terreno dell'innovazione tecnologica.

E' stato questo del rapporto tra produttività e innovazione uno dei punti di ritardo più vistosi accumulati nel corso del tempo dalla giunta regionale di destra: il privilegio del turismo come fattore di crescita ha rappresentato l'elemento decisivo del grado di bassa produttività complessiva espressa dalla nostra Regione (servizi mediocri, lavoro a tempo determinato e "nero", bassissimi salari, instabilità diffusa).

Nella relazione di Ferrero è emerso con chiarezza che la Liguria è ben al di sotto delle esigenze necessarie sul tema dell'adeguamento alla velocità della trasformazione tecnico - scientifica (pur essendo sede di centri di eccellenza) e sul tema del rafforzamento della struttura industriale (questione sollevando la quale si intende comprendere anche il decisivo tema infrastrutturale).

La Liguria si colloca al 136° posto su 175 regioni della parte Centro - Ovest dell'Unione Europea e all'ultimo posto fra le regioni italiane del Centro - Nord, nonostante un rapporto molto alto con la ricezione di fondi europei (nono posto a livello nazionale).

Deve essere ricordato come si reperiscano fondi erogati alle imprese dalla Unione Europea e fondi che la Regione distribuisce dopo averli ricevuti da diverse fonti.

I fondi direttamente provenienti dall'Unione Europea sono stati così percentualmente suddivisi

(2023): 50% alle imprese (167), il 30% alla ricerca, il 20% all'Università.

I fondi distribuiti dalla Regione (e qui si tocca il "punctum dolens") derivano dal PNRR, dai fondi di sviluppo regionale e dai fondi sociali oltre al fondo regionale per la connessione (non utilizzato nel 2023).

Gran parte dei fondi regionali finisce ad attività tipo affittacamere, trattorie, si trovano in elenco addirittura 57 studi dentistici: una elargizione a pioggia con un serie di contributi inferiori ai 10.000 euro (con una media di 17.000 euro).

Anche i fondi PNRR sono stati distribuiti con lo stesso criterio rivolgendosi a piccoli comuni che adesso si trovano in difficoltà a completare le opere e addirittura sono privi di personale in grado di effettuare le necessarie rendicontazioni.

In Liguria su 4.000 progetti se ne stanno concretizzando 500 ed è stato completamente abbandonato il tema del riassetto idrogeologico.

Sul piano nazionale l'Italia sta spendendo 65 milioni al giorno mentre per completare il piano entro il 2026 bisognerebbe impegnarne almeno 180 quotidianamente.

Se l'obiettivo deve essere quello di portare avanti un progetto di reindustrializzazione fondato sull'adeguamento tecnologico e scientifico nella crescita di una complessiva capacità produttiva allora uno dei punti fondamentali da affrontare è quello di un mutamento radicale nell'orientamento e nella capacità di produrre innovazione di metodo da parte dell'Ente Regione.

Nel tempo si è determinato un vero e proprio “spostamento d’asse” nella capacità legislativa dell’Ente Regione trasformato sempre più in una macchina di spesa e di nomina (come si è ben dimostrato nelle vicende recenti che hanno portato all'incriminazione patteggiata dell'ex-presidente Toti).

Una macchina da spesa e da nomina programmata proprio in funzione di quelle elargizioni a pioggia di cui si è parlato nell'incontro con Orlando ed effettuate esclusivamente a scopo clientelare e di raccolta del consenso.

La politica regionale nel suo complesso appare così orientata al di fuori da qualsiasi visione di carattere generale.

Una difficoltà questa, nella capacità di esercitare un ruolo di rappresentanza degli interessi generali, che unita alla debolezza specifica delle forze politiche, ha finito con l’allineare il ruolo delle Regioni alla dimensione localistica e corporativa allontandandoci dai centri vitali dello sviluppo e della crescita culturale, scientifica, tecnologica.

Quella dimensione localistica e corporativa appare come uno degli elementi più deleteri nella complessa crisi del nostro sistema politico e che nell'occasione specifica delle elezioni regionali liguri dovrà essere affrontata come punto progettuale prioritario di costruzione di un'alternativa.

Franco Astengo (Il Rosso non è il nero)