In quanti modi un pittore può esprimere la propria sensibilità?
La risposta se la sono data i visitatori della mostra personale postuma di Angelino Vaghi, che da lunedì 28 ottobre 2024, hanno avuto la fortuna di ammirare le sue opere, esposte nelle sale della Gallery Malocello, al n.37 dell’omonima via, sede dell'Associazione Artisti Varazzesi. Quasi un dono per gli occhi e lo spirito di Angelino a quella Varazze che ha offerto, dal suo nido alla Vignetta, l'incomparabile visione di un panorama mozzafiato, incorniciato dalla lussureggiante macchia mediterranea, dove la brezza del vento accarezza lo splendore della mimosa in gennaio e cascate di gerani tutto l'anno.
Il colore si è fatto protagonista e padrone della scena, nei quadri di Vaghi, spaziando come una penna sul pentagramma di una canzone di vita, meglio ancora, una poesia di versi a immortalare ogni sensazione che l'occhio dell'artista cattura dal mare per bloccare il rapido guizzo di scafi a vela, le cui vele sembrano vibrare ed esplodere in un inno di vita che scuotono i fondali, con incursioni alla ricerca del regno di Nettuno.
Tanti i motivi che fanno della mostra di Angelino Vaghi lo scenario di un grande schermo, un film che ci richiama a Fellini, in un girotondo di immagini sulle note di Nino Rota, riportati anche da fatali incontri con paesaggi liguri, di costa e di collina, fiori di una collana senza tempo ed ora rimasti in una giostra a forti tinte, che continua a girare nell'eternità.
Così come il ricordo dell'uomo, buono e accattivante con il suo sorriso e il suo stile di vita, apparentemente spentosi a 82 anni, ma sempre vivo perché, in effetti, l'artista non muore mai e vive nelle sue opere, che hanno sempre qualcosa da sussurrare a chi le ammira.
Questa la risposta, a testimoniare il suo passaggio su questa terra meravigliosa e arcigna di Liguria. Questa la risposta che si sono dati i visitatori di questa mostra.
La mostra rimane aperta fino a domenica 3 novembre 2024, visitabile dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.
Arrivederci, Angelino. già il tuo nome è un biglietto da visita ... permanente.
(Testo e immagini di Mario Traversi)