“La recente riforma del Codice della Strada, voluta dal Ministro Salvini, è un attacco diretto ai diritti di migliaia di pazienti che utilizzano la cannabis terapeutica per migliorare la loro qualità di vita. È una norma miope, che si inserisce in una visione punitiva e retrograda del governo, dove il pregiudizio supera la competenza e dove l’ideologia soffoca la giustizia. Salvini ha scelto di fare propaganda sulla pelle di chi soffre, dimostrando ancora una volta una totale mancanza di comprensione e sensibilità verso i bisogni reali delle cittadine e dei cittadini”.
Lo dichiara il Consigliere Regionale Gianni Pastorino, che aggiunge:
“Dal 2007, l’uso di cannabinoidi a scopo terapeutico è legale in Italia e dal 2015 previsto gratuitamente per patologie come sclerosi multipla, dolore cronico, sindrome di Tourette, glaucoma e sintomi derivanti dalla chemioterapia. Nonostante ciò, il nuovo Codice della Strada prevede il ritiro immediato della patente per chiunque risulti positivo al test salivare, senza considerare se sia realmente in stato di alterazione. Questo significa trattare i pazienti, che seguono terapie regolate e controllate, alla stregua di chi abusa di sostanze.
Questa scelta normativa non è solo ingiusta, ma crudele. Chi usa cannabis terapeutica affronta già un percorso a ostacoli: trovare farmacie fornite, ottenere ricette cartacee e percorrere chilometri per ritirare i farmaci. Senza la possibilità di guidare, tutto ciò diventa impossibile, condannando i pazienti all’isolamento e privandoli del diritto alla cura.
Salvini, che cavalca slogan come “Se ti stronchi di canne, ti ritiro la patente”, dimostra quanto sia distante dalla realtà. Paragonare chi segue una terapia medica a chi si mette al volante in stato di alterazione è non solo ignorante, ma pericoloso. È un modo becero per fare propaganda sulla pelle di chi è già vulnerabile. Il Ministro dovrebbe smetterla di fare campagna elettorale permanente e iniziare a studiare i benefici documentati della cannabis terapeutica, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale.
È necessario che il Governo riveda immediatamente questa norma, introducendo regole che valutino lo stato di alterazione psicofisica reale, come avviene per l’alcol. È impensabile punire chi assume farmaci regolarmente prescritti solo per una visione ideologica e repressiva.
Le cattive leggi si combattono, e io non ho paura di farlo, soprattutto contro un governo che fa della disinformazione e del populismo il suo marchio di fabbrica”.