Cose Belle06 dicembre 2024 13:09

Cinema, teatro e musica: la settimana alle Officine Solimano

Tutte le proposte delle sale di piazza Rebagliati: Nuovofilmstudio, Cattivi Maestri e Raidogs House

Cinema, teatro e musica: la settimana alle Officine Solimano

cinema NUOVOFILMSTUDIO

ven 6 dic (15.15 - 18.00 in italiano) (21.00 v.o.s.)

sab 7 dic (15.00 in italiano)

dom 8 dic (15.15 - 18.00 - 21.00 in italiano)

lun 9 dic (15.15 - 18.00 - 21.00 in italiano)

 

GRAND TOUR

di Miguel Gomes

con Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Cláudio da Silva

Portogallo/Italia/Francia 2024, 129'

 

Miglior regia al Festival di Cannes 2024

 

Rangoon, Birmania, 1918. Edward, un funzionario dell'Impero britannico, fugge dalla fidanzata Molly il giorno del suo arrivo per il loro matrimonio. Durante il viaggio, però, il panico si trasforma in malinconia. Contemplando il vuoto della sua esistenza, il codardo Edward si chiede che fine abbia fatto Molly... Nel frattempo Molly, decisa a sposarsi e stranamente divertita dalla fuga di Edward, segue le tracce del fidanzato in un lungo grand tour asiatico.

 

Miguel Gomes, già noto al pubblico e acclamato dalla critica ("Le mille e una notte - Arabian Nights", "Tabù"), torna alla regia di una storia d'amore che diventa un viaggio, una proposta di matrimonio che diventa una fuga, un lungo grand tour tra le meraviglie d'Oriente. Vincitore del premio come miglior regia al Festival di Cannes 2024 e designato portoghese per la corsa agli Oscar.

«Questo film ha iniziato a prendere forma poco prima del mio matrimonio. Stavo leggendo un racconto di viaggio di Somerset Maugham intitolato "Il signore in salotto". In due pagine del libro, Maugham narra il suo incontro con un inglese residente in Birmania. L’uomo era scappato dalla sua fidanzata attraverso l’Asia finché lei non l’aveva trovato, dando così inizio a un matrimonio felice. È una storia che gioca su stereotipi universali: la testardaggine delle donne che trionfa sulla codardia degli uomini. Il percorso del futuro sposo seguiva l’itinerario del grand tour. All’inizio del XX secolo, si definiva “grand tour asiatico” il viaggio che iniziava in una delle grandi città dell'Impero britannico in India e si estendeva fino all’Estremo Oriente, terminando in Cina o in Giappone. Tanti viaggiatori europei lo intrapresero, e molti di loro scrissero libri sulla loro esperienza. Partendo dall’idea generale di un fidanzato in fuga che percorre l’itinerario, abbiamo deciso che avremmo scritto la sceneggiatura solo dopo averlo intrapreso anche noi. Diversamente da quanto accade di solito nei film che lavorano con l'archivio, le immagini che abbiamo utilizzato non appartengono al passato, bensì al presente. Il resto del film, invece, girato nei teatri di posa di Lisbona e Roma, è ambientato nel passato, nel 1918. Le avventure che nascono dagli spostamenti dei protagonisti Edward e Molly sono, in sostanza, il motore narrativo del film e sono frutto delle interazioni virtuali tra i due: una sinfonia di incontri mancati provocati dalla casuale intromissione degli altri e del mondo. Ci sono vari grand tour in questo film. C’è il percorso geografico che si disegna nelle immagini dell’Asia contemporanea e che corrisponde all’itinerario percorso dai protagonisti in un’Asia immaginaria costruita in studio. C’è il grand tour emotivo che Edward e Molly vivono ognuno a modo proprio e che rappresenta un territorio non meno vasto di quello che percorrono fisicamente. E soprattutto, c’è l’immenso grand tour che unisce ciò che è separato: i paesi, i generi, i tempi, la realtà e l’immaginazione, il mondo e il cinema. Ed è proprio quest’ultimo grand tour in cui vorrei invitare gli spettatori. È a questo che serve il cinema, credo».

(Boris Lojkine)

 

Trailer: https://youtu.be/DNOfF4T96ic

 

 

sab 7 dic (18.00) 

 

dal Teatro alla Scala

LA FORZA DEL DESTINO

direttore Riccardo Chailly 

regia Leo Muscato

con Anna Netrebko, Ludovic Tézier, Brian Jagde, Fabrizio Beggi, Vasilisa Berzhanskaya

3 ore e 40 minuti circa intervalli inclusi

introduzione a cura di Emanuela Ersilia Abbadessa

 

Riccardo Chailly inaugura la Stagione 2024/2025 con una nuova produzione de "La forza del destino", il suo nono titolo verdiano alla Scala. Tratto da "Alvaro o La forza del destino" di Ángel de Saavedra, "La forza del destino" è un melodramma in quattro atti di Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, dalla drammaturgia piuttosto complessa. Andato in scena per la prima volta al Teatro Imperiale di San Pietroburgo il 10 novembre 1862, ebbe il suo debutto in Italia, il 7 febbraio del ’63 al Teatro Apollo di Roma, col titolo "Don Alvaro" ma la sua versione definitiva con la celebre Sinfonia soltanto nel 1869, alla Scala. Insieme a "Don Carlo" e "Il trovatore", è uno dei tre drammi storici di ambientazione spagnole del catalogo verdiano. Per i suoi magnifici Duetti e per le grandi scene d’insieme, può essere annoverato tra i maggiori impegni del Cigno di Busseto. Dopo "Don Carlo", l’opera è stata scelta per inaugurare la stagione del Teatro alla Scala, in una nuova produzione con la regia di Leo Muscato con Anna Netrebko, Ludovic Tézier, Brian Jagde, Fabrizio Beggi e Vasilisa Berzhanskaya.

 

Trailer: https://youtu.be/NVtRXp3EH2s

 

 

mar 10 dic (15.30 - 21.00)

mer 11 dic (18.00)

 

IL MAESTRO CHE PROMISE IL MARE

(El maestro que prometió el mar)

di Patricia Font

con Enric Auquer, Laia Costa, Luisa Gavasa

Spagna 2023, 105'

 

Nel 1935, il maestro Antoni Benaiges accetta l’incarico come insegnante in un piccolo villaggio nella provincia di Burgos, in Spagna. Qui il giovane maestro instaura un intenso legame con i suoi studenti, bambini tra i sei e i dodici anni, ai quali fa una promessa: portarli a vedere il mare per la prima volta nella loro vita. Ma i suoi metodi di insegnamento innovativi non incontrano il consenso del governo, che inizia una dura opposizione nei confronti del maestro e dei suoi ideali. 75 anni dopo, la nipote di uno di quegli alunni, ricostruisce la meravigliosa storia vera nascosta dietro la promessa del maestro. Una storia di coraggio, dedizione e resistenza che rischiava di rimanere sepolta dalle ombre del regime franchista.

 

Dopo il grande successo di pubblico in Spagna e la candidatura a 5 Premi Goya, "Il maestro che promise il mare" di Patricia Font arriva in Italia in collaborazione con Instituto Cervantes, ente creato dallo Stato Spagnolo nel 1991 per diffondere la cultura dei Paesi ispanofoni. Un film che riempie di emozioni e porta un messaggio di libertà sottolineando la necessità di opporre ogni tipo di resistenza ai regimi oppressivi e autoritari.

«"Il maestro che promise il mare" affronta il tema della memoria storica in modo diretto e indiretto, intrecciando due storie: quella del maestro Antoni Benaiges, basata su fatti realmente accaduti nel 1935, e quella di Arianna nel 2010, personaggio immaginario che rappresenta i discendenti di coloro che hanno conosciuto il maestro. Nel film, gli eventi accaduti nel passato hanno conseguenze sui personaggi del presente e sul rapporto tra loro. Arianna, cresciuta tra silenzi e tabù della madre e del nonno, è un personaggio fragile e smarrito che soffre di attacchi d'ansia. Il nonno non riesce più a ricordare la propria infanzia, né il motivo per cui ha deciso di metterla a tacere. Questa storia ruota attorno alla memoria, alla sua perdita e all'importanza di mantenerla. L'intero universo di Arianna, freddo, apatico, circondato dalla morte e dall'oblio, contrasta con quello del maestro Antoni, personaggio idealista ed entusiasta, il cui spirito, nonostante le vicissitudini che il paese affronta in quel momento, è vitale e innamorato della vita, circondato da bambini e illusioni. Ci sono due storie molto diverse all’interno dello stesso film ed è stata una sfida trovare un modo per farle coesistere».

(Patricia Font)

 

Trailer: https://youtu.be/7-q4cxfuKwc

 

 

mar 10 dic (18.00)

mer 11 dic (15.30 - 21.00)

 

ROHMER - COMMEDIE E PROVERBI

 

Le notti della luna piena

(Les nuits de la pleine lune)

di Eric Rohmer

con Pascale Ogier, Tchéky Karyo, Fabrice Luchini

Francia 1984, 102'

versione restaurata in francese con sottotitoli in italiano

 

Premio per la migliore attrice (Pascale Ogier) a Venezia 1984

 

Nel 1981, al termine del ciclo dei sei "Racconti morali", il maestro del cinema francese Éric Rohmer dà avvio a un secondo ciclo di sei pellicole, ognuna con un “proverbio” di riferimento, orientandosi questa volta verso il teatro e la saggezza popolare. Soprattutto, "Commedie e proverbi" si smarca da qualsiasi intenzione morale o moralizzatrice per inseguire una specie di “profonda superficialità”: «Non esiste una formula per la verità; non si trova nelle affermazioni. Il contrario di qualsiasi verità è corretto. Con questi film intendo rimanere superficiale. Non voglio fare film profondi. Penso che ci sia una superficialità nella profondità». (Eric Rohmer)

 

«Chi ha due donne perde l’anima, chi ha due case perde la ragione» – La protagonista di "Le notti della luna piena", Louise, arredatrice di interni, realizza il desiderio di vivere una relazione che non coincida, necessariamente, con la convivenza, o, se si vuole, con la “casa”. Trova, cioè, una specie di sintesi tra desideri opposti – «Le mie eroine - ha dichiarato Rohmer - sono alla disperata ricerca di una casa, o disperatamente in fuga da una casa» –, rendendo così la decisione di convivere con un uomo una scelta sempre suscettibile di essere rivista, rimodulata, perfezionata, anziché un automatismo o un’appendice dell’identità. In gioco ci sono la fuga dai modelli borghesi, dalla famiglia tradizionale, dalla routine. In più, la decisione di Louise di dividersi tra la casa che condivide con il compagno nella “città nuova” di Marne-la-Vallée (creata negli anni Sessanta) e un piccolo appartamento a Parigi ha a che fare con il desiderio – che assume l’aspetto di una ricerca di conoscenza personale, quando non di una sfida – di lontananza dalle relazioni amorose e, anzi, di sperimentazione della solitudine. Da quando ha 15 anni, infatti, Louise non è mai stata sola. Come in una commedia che si rispetti, l’esperimento è complicato da numerosi personaggi comprimari, primo tra tutti Octave, interpretato da un giovanissimo Fabrice Luchini.

 

 

gio 12 dic (dalle 18.00)

 

Cine di Cime - rassegna di cinema e culture di montagna - secondo appuntamento

 

Nuovofilmstudio, in collaborazione con CAI Savona, Finalmentespeleo, UrbanClimb, Ciclofficina Alfonsina e GISM, è lieto di presentare la quarta edizione di Cine di Cime - rassegna di cinema e culture di montagna. Tre appuntamenti come tre tappe di un piccolo viaggio a piedi, alla scoperta di una montagna che è prima di tutto comunità umana, orizzonte ideale e spazio aperto alla costruzione di identità. Un breve, ma intenso percorso volto all’esplorazione di “territori selvatici” attraverso il caleidoscopio antropologico offerto dalle lenti della macchina da presa. L’universo esplorativo che abbiamo deciso di raccontare è prima di tutto fenomeno socioculturale e solo in un secondo tempo performance atletica.

Ogni serata sarà accompagnata dalla presenza di ospiti ed esperti, nella volontà di offrire, soprattutto, momenti di incontro e dialogo.

 

Andrea Gobetti, esploratore ottimista e ribelle - incontro con l’autore

 

h.18.00 - presentazione del libro "Dal fondo del pozzo ho guardato le stelle" - ingresso libero

 

“Una banda di pazzi? Può darsi. Siamo fatti così, ci piace il mondo, ma a eccitarci è soprattutto l’idea di scoprire quello che è ancora inesplorato, di trovare il punto da cui si comincia a vedere ciò che si nasconde dietro la facciata.” Dai vulcani filippini alle grotte piemontesi passando per le montagne albanesi, da Malapgap a Piaggia Bella questo racconto segue passo passo le avventure del suo autore alla ricerca di favolosi abissi nascosti, tra cime innevate e aride colline, sulle tracce di fiumi carsici. Andrea Gobetti, esploratore e speleologo, indaga la natura di quell’umanità con cui vengono a contatto i devoti di una attività non competitiva, anticonformista, non retribuita e destinata a un certo ed eccellente anonimato. In compagnia di una banda di amici, questo “scrittore sul campo” intrattiene il lettore e lo trascina, letteralmente, negli abissi più oscuri per svelargli i misteri della passione speleologica che da sempre gli arde dentro. Un libro per chi ama il lato nascosto delle cose, per chi non ha paura di tuffarsi nell’ignoto e sprofondare nel buio, in un’epoca in cui tutto è fatto per abbagliare ed essere abbagliati.

 

h.21.00 - proiezione del film "L’emozione di chi c’era" - ingresso aperto a tutti 5€

 

Prendendo spunto dal convegno tenutosi a Seravezza in occasione dell’incontro nazionale 2001 Odissea nel Corchia il video ci porta dentro e sulla montagna del Corchia quanto nelle parole dei protagonisti per ricostruire la complessa vicenda esplorativa di una delle più grandi e conosciute grotte d’Europa. La congiunzione fra la Buca del Cacciatore, piratata in Abisso Fighiera, col sottostante Antro del Corchia, darà alla speleologia italiana il suo primo meno mille e agli speleologi otto anni di emozionanti scoperte, talvolta in collaborazione, altre in aperta competizione tra chi tentava dall’alto e chi dal basso e che rivivono nelle parole dei protagonisti vent’anni dopo.

 

teatro dei cattivi maestri 

 

Domenica 8 dicembre, ore 17

*per le scuole primarie lunedì 9 dicembre, ore 10

 

FRULLALLERO

Con Cristiana Voglino e Valentina Volpatto. Testo di Loredana Perissinotto, Pinin Carpi, Valeria Moretti, Bruno Tognolini. Regia di Loredana Perissinotto. Scene di Mauro Bellei. Una produzione di Assemblea Teatro.

 

Riflessioni, storie, canzoni e digressioni a proposito di un argomento, spesse volte una preoccupazione, atavico: il cibo. L’atto del mangiare con piacere o con inquietudine, la paura dell’essere mangiati, fagocitati, affrontati dal punto di vista dei più piccoli.

È questo il progetto realizzato in forma spettacolare da un gruppo di artisti, di scrittori e drammaturghi.

In un susseguirsi dal ritmo serrato, divertente e coinvolgente, sfilano sul palcoscenico, interpretate da Cristiana Voglino e Valentina Volpatto, le fiabe rivolte all’infanzia.

Fiabe che vedono protagoniste case di marzapane e streghe, ma che pure, in maniera lieve e con grazia, affrontano il discorso dei rifiuti, della morte animale, delle manie alimentari e degli scopi dell’alimentazione.

Giochi, stravaganze e invenzioni per continuare a dar vita ad un teatro aperto all’immaginario, capace di utilizzare i suggerimenti che dall’infanzia provengono, in grado di creare un’atmosfera di autentico stupore.

 

Durata: 55 minuti

Consigliato ad un pubblico a partire dai 3 anni

BIGLIETTI: Bimbi € 5, adulti € 8, adulti soci Arci € 6.

 

ABBONAMENTI: Carnet 5 spettacoli (bimbo+adulto) € 50, soci Arci € 40.

SCONTI: Il giorno del tuo compleanno ti regaliamo il biglietto dello spettacolo.

PRENOTAZIONI: 392 1665196 – 349 2984973 – cattivimaestri@officinesolimano.it

 

 

 

RAINDOGS HOUSE musica

 

Venerdì 6 dicembre ore 22.00

DOME LA MUERTE E.X.P.

Apertura porte ore 21:00 – Inizio concerto ore 22:00

ingresso 10e (under 25 ingresso 7e) con tessera arci

Domanda iscrizione: https://portale.arci.it/preadesione/raindogs/ Biglietti On Line

 

 

https://youtube.com/playlist…

https://youtu.be/hxhyuBPUzic?si=dgdacupoJsdurVGy

 

“El Santo” è il secondo album di Dome La Muerte E.X.P. a sette anni dal loro esordio con Lazy Sunny Day. L’unicità di questo progetto musicale sta nel sound elettrificato ispirato alle colonne sonore degli spaghetti western, alle atmosfere dilatate create dal maestro Ennio Morricone per accompagnare l’immaginario filmico di Sergio Leone.

 

El Santo è un album concepito come una vera e propria colonna sonora. Suoni distorti dark-blues si amalgamano a riverberi da canyon e melodie sognanti.

‘Riding Home’ è una cavalcata, un tappeto sonoro che pettina dolcemente i capelli; ‘Lee Van Cleef’ ‘Stick Man Blues’ e ‘Rebel Face’ sono immortali perle sonore.

Un concept album a sfondo sociale e politico, canzoni dedicate a personaggi fortemente rivoluzionari, storie fatte di riscatto e coraggio, eroi che si battono contro l’ingiustizia e l’arroganza del potere: poeti, attori, attivisti, nativi americani, ribelli veri, tutti “santi” a modo loro.

 

Domenico Petrosino, in arte DOME LA MUERTE, è un’icona del rock’n’roll italiano. Nel 1979 è uno dei membri fondatori dei leggendari CCM (Cheetah Chrome Motherfuckers), unica band italiana prodotta da Jello Biafra, quando la scena hardcore italiana era solo agli albori. Nel 1982 entra a far parte dei Not Moving, partecipando alla produzione delle loro pietre miliari Movin’ Over, Black and Wild, Sinnermen, Flash On You e Song Of Myself, fino al loro scioglimento nel 1994. In quegli anni condivide il palco con band punk come D.O.A. e Damned e incontra l’amica e artista Christa Päffgen, in arte Nico, durante il suo ultimo tour europeo, come raccontato nel biopic “Nico, 1988” diretto da Susanna Nicchiarelli.

 

Negli anni Novanta fonda il pionieristico gruppo stoner Hush, noto per l’album Om, e apre le tournée italiane di The Clash, Nick Cave and the Bad Seeds, Johnny Thunders and the Heartbreakers, The Fuzztones, Iggy Pop e The Fleshtones. Da sempre impegnato nella promozione della cultura dei nativi americani, Dome collabora a diversi progetti con Lance Henson (poeta Cheyenne) e John Trudell (poeta e attivista Sioux, cantante e attore). Ha scritto e suonato colonne sonore per spettacoli teatrali e film, in particolare ha eseguito le parti di chitarra elettrica per la colonna sonora di “Nirvana” di Gabriele Salvatores nel 1996.

Nel 2005 i Not Moving si riuniscono per promuovere il cofanetto antologico Live In The 80s pubblicato da Go Down Records. Il DVD contiene le testimonianze di Gianni Maroccolo, Max Pezzali, Marlene Kuntz e molti altri. Nel 2006 la stessa etichetta indipendente da fiducia alla sua neonata garage band Dome La Muerte and the Diggers. “Diggers” è più di una semplice parola, è un riferimento al movimento politico americano nato alla fine del XIX secolo. Negli anni Sessanta, fu usato per criticare satiricamente il sistema borghese statunitense e il suo moralismo, che permeava la società. Il debutto omonimo vede la partecipazione di Emiliano Giuliani (ex Liars e Not Right) alla batteria, Lady Casanova (ex Not Right) al basso, Matteo ‘Basetta’ Gioli (ex Thunder Rod Company) alla chitarra e la guest star Rudy Protrudi dei Fuzztones all’armonica e ai cori in “Blue Stranger Dancer”, “Heart Full Of Soul” e “Sorry, I’m A Digger”. L’album è stato pubblicato da Go Down Records e Area Pirata su CD nel 2007.

 

Nel 2008 Bonnie Von Vodka (ex Les Valvolettes) sostituisce Lady Casanova e nel 2010 esce il secondo album Diggersonz, sempre co-prodotto da Go Down Records e Area Pirata e registrato in analogico da Jorge ‘Dr. Explosion’ Muñoz-Cobo Gonzalez agli Estudios Circo Perrotti di Gijon, Spagna. Nel 2013 esce il terzo capitolo Supersadobabi, caratterizzato stavolta da un approccio più istintivo, incendiario e street-style. La formazione vede Dome La Muerte alla chitarra e voce, Iride Volpi alla chitarra, JP Palazzino (ex Hellvis) alla batteria e Marco Serani al basso. L’album è stato pubblicato da Go Down Records e comprende nove canzoni originali, più le due cover “Little Doll” degli Stooges e “The Shape Of Things To Come” di Max Frost And The Troopers. Si sono esibiti con band come Dick Dale, Flaming Groovies, Buzzcocks e Gravediggers V.

 

Ispirato dal suo album di debutto da solista Poems For Renegades (2011), Dome La Muerte forma la nuova band Dome La Muerte E.X.P. i cui temi principali sono le colonne sonore degli spaghetti western, la Beat Generation, l’India e il movimento hippy, il flusso di coscienza e il profondo rispetto e ammirazione per la cultura dei nativi americani. I membri di questo combo sono Emiliano Giuliani alla batteria, Luca Valdambrini all’organo e theremin, Alessandro Quaglierini al basso. Il loro primo album Lazy Sunny Day è stato registrato da Alfredo Gentili al Go Down Studio di Savignano sul Rubicone, nel giugno 2016, e pubblicato per Go Down Records e Cinedelic nel febbraio 2017. Si sono esibiti a supporto di artisti come Marc Ribot e Vinicio Capossela.

Il 25 settembre 2020, Dome La Muerte e i (fedeli) Diggers tornano con l’EP di due tracce The House Of Lily / Shake Some Action disponibile su tutte le piattaforme digitali via Go Down Records. Il 3 dicembre successivo, l’editore italiano Agenzia X pubblica “Dalla parte del torto”, un memoir ricco e sincero che spazia dagli anni Settanta alla pandemia, rievocando la storia personale di Domenico, che incarna l’anticonformismo di un musicista schietto e coerente.

 

Sabato 7 dicembre ore 22.00
THE BLUE YOUNG MONKEYS! W/ DAVE LA COSCA DJ SET
Apertura porte ore 21:00 – Inizio concerto ore 22:00
ingresso 7e con tessera arci
Domanda iscrizione – Biglietti On Line

 


Tornano sul palco del Raindogs i primati dello Ska/Jazz, ci vediamo agili e molleggiati. Allé!

Sappiamo tutti cosa succederà stasera… SKA! SKA! SKA!
La ska band savonese per eccellenza sempre più big band torna live @ Raindogs House! Flavio, Luca, Danilo, Francesco, Filippo, Saverio, Alessio, Gian, Emiliano e Fulvio sul palco, groove, birrette e tantissimo amore per la Giamaica.

Un grazie gigante a tutta la band che ha deciso di organizzare questo concerto benefit a favore del Raindogs!

 

 

Martedì 10 dicembre ore 21.30
HUGO RACE & MICHELANGELO RUSSO – 100 YEARS TOUR –
Apertura porte ore 21:00 – Inizio concerto ore 21:30
ingresso 10e (under 25 ingresso 7e) con tessera arci
Domanda iscrizione – Biglietti On Line


https://youtu.be/2UUdxuBRDvg?si=3fwsf9VcD6dhNmrT
https://youtu.be/CNUcRdsZIBk?si=p8t41x73qUETqI6E
https://youtu.be/QLXN5LNYm2U?si=BxK66PD_IWeGNj1P
https://youtu.be/4pGlXnyqGBo?si=3iaXR_7L7ODkGhzm

La loro è una fusione di blues, ambient, elettronica e rock che crea una straordinaria alchimia sonora.

A distanza di 7 anni da “John Lee Hooker’s The World Today”, tornano insieme il songwriter e chitarrista HUGO RACE (Bad Seeds, Dirtmusic, Fatalists) e il polistrumentista MICHELANGELO RUSSO (True Spirit) per pubblicare una nuova collezione di brani originali intitolata “100 YEARS”.
Ispirandosi alle leggende del blues e alle radici della musica, Race e Russo ci portano su un sentiero fatto di suoni ipnotici sospesi nello spazio e nel tempo, amplificato da armoniche, voci fumose e chitarre in accordature aperte, celebrando redenzione e resistenza.

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