News13 dicembre 2024 07:51

Gramsci a Savona

In una Sala Rossa gremita di pubblico Antonio Gramsci è tornato a Savona dopo averla frequentata nel marzo del 1921 quando si trovò nella nostra Città a fondare il comitato regionale dell'appena costruito Partito Comunista d'Italia (di Franco Astengo)

Gramsci a Savona

 

Il grande pensatore sardo è tornato grazie all'opera di Angelo D'Orsi che nel pomeriggio dell'11 dicembre ha presentato una monumentale biografia gramsciana, alla quale il professore dell'Università di Torino ha dedicato anni di ricerche e studi riuscendo, alla fine, a redigere un'opera di sistematizzazione quasi completa del Gramsci uomo, politico, pensatore.

L'occasione è stata sicuramente utile per conoscere la temperie di quel tempo, il "contesto" e il contenuto del messaggio politico e filosofico di Gramsci quasi completamente elaborato dietro le sbarre del carcere fascista.

In quegli anni di ferro e di fuoco la vita di Gramsci è scorsa - come ha ricordato D'Orsi - con un "ritmo del pensiero in movimento": nella capacità di prendere atto di una sconfitta epocale segnata dall'avvento della dittatura e dalla persecuzione degli oppositori l'allora segretario del Partito Comunista d'Italia trovò la forza mentale di apprendere le ragioni della vittoria dell'avversario (esemplare sotto questo aspetto l'estensione del "quaderno speciale" su "Americanismo e Fordismo") e farne la base di una nuova categoria del pensiero rivoluzionario: quella derivante dalla consapevolezza che la rivoluzione non è un atto e che, nella considerazione della fase storica, non era possibile considerarla come un assalto frontale.

Nel buio di una cella si stava così costruendo un laboratorio di pensiero per la modernità e nasceva l'originalità del comunismo italiano, cui poi Togliatti avrebbe dato la forma del "partito nuovo".

Come ha ben evidenziato, nell'occasione, il filosofo Piergiorgio Bianchi si mostrò fondamentale in allora il nesso tra politica e cultura, un nesso inteso come fattore concreto, non astratto, nell'idea che la politica non potesse essere ridotta al governo dell'esistente; governo che doveva essere esercitato in funzione di una espressione di egemonia da parte di un moderno Principe inteso come il frutto di un blocco storico nel quale si ritrovavano i soggetti sociali del cambiamento, gli operai e i contadini, in particolare del Sud, considerati per la prima volta protagonisti di una fase storica.

I "Quaderni del Carcere" (preceduti nella pubblicazione dalle "Lettera dal Carcere costituirono così gli strumenti per una vera e propria ricostruzione della teoria marxista.

Togliatti seppe utilizzare al meglio questo bagaglio (di cui erano già palesi i prodromi nelle testi presentate al congresso di Lione del 1926, quando fu sconfitta l'ala massimalista - astensionista di Bordiga e presentata un'analisi - in quel momento quasi inedita - relativa alla pericolosità del fascismo dei cui cenni Gramsci aveva già presagito fin dal 1921) costruendo il partito di massa sulla base di un'autonomia teorica del marxismo italiano capace di internazionalismo e di visione nazionale assieme attraverso una originale genealogia da Vico passando a De Sanctis, Bertrando Spaventa, Labriola, Croce fino a Gramsci.

Gramsci, nonostante i tentativi della destra di accapararsene parte del pensiero, rimane un pensatore marxista capace di definire una "filosofia della prassi" in grado di mettere in ombra il materialismo dialettico sovietico, fornire la piattaforma per l'elaborazione strategica del "partito nuovo", aprire il solco teorico su cui basare la "via italiana al socialismo" tesa alla costruzione della democrazia progressiva.

Un'opera che, nel clima ideologico della guerra fredda, permise di difendere la continuità della cultura democratica progressista italiana, conquistando una generazione di intellettuali di cultura laica, storicista e umanistica.

Oggi Gramsci è studiato in tutto il mondo ma poco ricercato in Italia: un frutto avvelenato questo derivante dalla crisi profonda della sinistra che nell'occasione della presentazione della biografia scritta da D'Orsi si è cercato di affrontare anche a Savona.

Franco Astengo