Il primo episodio è avvenuto presso un negozio di frutta e verdura, dove il tentativo è stato sventato dall’occhio attento della titolare, che ha immediatamente riconosciuto la banconota come falsa, costringendo l’autore a dileguarsi. Negli altri tre casi, presso un bar e due negozi di generi alimentari, la truffa è invece andata a segno.
Le denunce che sono seguite hanno consentito ai Carabinieri di Altare di avviare una scrupolosa indagine che, nonostante gli scarsi elementi iniziali a disposizione, ha consentito alla fine di risalire al presunto responsabile. L’attività investigativa ha richiesto un lungo lavoro di ricostruzione dei movimenti e un’attenta analisi degli elementi disponibili.
Unico dato a disposizione dei carabinieri era l’età apparente del contraffattore, circa venticinque anni, e una sommaria descrizione dell’abbigliamento. È stato dunque necessario ascoltare vari testimoni e acquisire tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza delle località interessate, grazie alle quali è stato possibile rilevare la presenza di un veicolo sospetto, del quale tuttavia era possibile leggere solo parzialmente la targa e rilevare il colore. L’incrocio di questi dati ha consentito di risalire ad una autovettura a noleggio con una complicata storia di cessioni a diversi soggetti. Seguendo a ritroso il percorso, si è scoperto che l’auto, nel periodo delle truffe, era stata usata come mezzo di cortesia da una carrozzeria.
A questo punto, incrociando i dati relativi ai clienti della carrozzeria con le date degli episodi contestati, gli investigatori hanno individuato un uomo, il cui figlio aveva ritirato la vettura durante il periodo in cui si erano verificati i reati. Attraverso l’analisi delle immagini disponibili e quanto riferito da parte dei testimoni, è stato quindi possibile collegare il sospettato alle varie truffe.
Il tassello finale è stata la perquisizione domiciliare presso l’abitazione del ragazzo, un 23enne residente in provincia di Torino, nel corso della quale sono stati rinvenuti proprio i capi d’abbigliamento indossati al momento della commissione dei reati, tra cui una maglietta bianca con scritte ben identificabili.
Nel frattempo, le banconote sequestrate sono state sottoposte ad analisi presso la Banca d’Italia, che ne ha confermato la falsità e l’ottima fattura. I risultati tecnici, uniti agli elementi raccolti durante l’attività investigativa, hanno rafforzato il quadro indiziario a carico del sospettato.
Come spesso accade, la collaborazione fra cittadini e Forze dell’Ordine si è rivelata anche in questo caso importante e fruttuosa, consentendo di assicurare alla giustizia il presunto autore di un reato particolarmente odioso in quanto volto a danneggiare direttamente piccoli esercizi commerciali, oltre che l’interesse dello Stato.
Tutti gli elementi acquisiti sono stati comunicati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona, dove il ragazzo dovrà ora affrontare un’accusa che prevede una pena detentiva fino a tre anni. Nel caso emergesse anche la produzione delle banconote, tuttavia, la pena potrebbe lievitare fino a dodici anni.