"Il primo congresso in una sede provinciale di nostra proprietà. È questo uno dei risultati che abbiamo portato a casa nel corso degli ultimi tre anni, con una partecipazione diminuita, con un numero di iscritte ed iscritti molto ridimensionato, in una oggettiva crisi più generale della politica e dell’associazionismo dell’Italia del Covid, del post-Covid, dell’economia di guerra e del melonismo come ultimo cataclisma antisociale prodotto da una rivalsa delle forze più retrive di una comunità nazionale che sente il bisogno del “capopopolo” per venire fuori dalle secche delle incertezze e dei drammi quotidiani" osserva Marco Sferini, Presidente Commissione provinciale per il Congresso.
"Quando scegliemmo di abbandonare la storica sede di via Rella, dove per venticinque anni si era svolta la vita politica, sociale e culturale di Rifondazione Comunista, lo facemmo ovviamente a malincuore. Ma i costi dell’affitto, le spese di manutenzione, quelle per le attività consuete (e straordinarie) del Partito, imponevano una drastica decisione, un ridimensionamento degli spazi in cui la nostra attività potesse svolgersi. Adeguandola, quindi, alle proporzioni attuali del PRC.
Nella nuova sede della Federazione provinciale, ormai da due anni e mezzo nel quartiere di Lavagnola (un tempo una delle “roccaforti” tanto del PCI quanto di Rifondazione stessa), in via Garroni al 61 rosso, s è tenuto dunque il XII Congresso provinciale. Una sede acquistata dalla Società di mutuo soccorso “Aldo Cailani”, che riuniva gli operai dell’ex ILVA (poi “Nuova Italsider”), centro nevralgico della siderurgia di un tempo nel capoluogo. La modernità – per così dire… – si prese anche quel grande aggregato di migliaia di lavoratori che uscivano con le loro biciclette e invadevano via Gramsci e corso Mazzini ogni giorno".
"Il volto della Savona operaia e industriale è, ormai, cambiato. Se non per sempre, almeno per molto. Così come è cambiato il porto e l’intero indotto che lo riguarda. Anche di questo va tenuto conto nel prosieguo della nostra attività politica che merita sempre un posto nella vita cittadina, così come nel Consiglio comunale, rappresentati da Sinistra per Savona, dal capogruppo Marco Ravera, già (anche lui) storico Segretario provinciale (e regionale) del Partito, insieme ovviamente a molti altri compagni che hanno via via nel tempo ricoperto questa carica.
Il Congresso ha il compito di dare una linea al Partito per i prossimi anni. Si è svolto in un clima interno tutt’altro che facile, anche piuttosto aspro e con toni che sarebbe meglio evitare. Ma, tant’è, la politica è fatta anche di scontri, oltre che di incontri. Ciò che ci auguriamo è che si riesca a mantenere una unità del PRC pur nella profonda diversità che riguarda i documenti presentati da Maurizio Acerbo (Segretario nazionale uscente) e Paolo Ferrero (già Ministro della Solidarietà sociale tra il 2006 e il 2008 nel governo Prodi, Vicesegretario dell’European Left, nonché Segretario di Rifondazione)".
"La scelta che ha calamitato l’attenzione prima delle iscritte e degli iscritti che hanno preso parte ai congressi di circolo, si è focalizzata quasi essenzialmente sul punto storico che non è mai stato completamente risolto e che ha, a dire il vero, complicato la formazione di una vera sinistra di alternativa in Italia: il nodo delle cosiddette “alleanze“. Più propriamente definite così in passato, oggi potremmo parlare – come fa notare Ramon Mantovani nel numero di “Su la testa” dedicato alla fase congressuale – di “accordi” con le forze progressiste che trovano un nuovo motivo di esistere e anche a volte di resistere nel desolante panorama socio-politico-economico italico.
Nella Federazione di Savona prevale il documento 1 di Maurizio Acerbo con 27 voti su 29 (più un astenuto): una scelta, se vogliamo, coerente con la condotta politica ed istituzionale del nostro Partito in questa parte di Liguria. Nessun apriorismo, nessuna precondizione, nessun settarismo di sorta. Ma la ricerca propriamente politica, quindi dell’arte della stessa (permetteteci un pizzico di enfasi), nel confrontarci anche con chi è molto diverso da noi comuniste e comunisti moderni".
"Il tentativo, prezioso e nobile, di dare vita ad un polo della sinistra di alternativa, in alternativa a tutti gli altri poli (ovviamente di destra, ma pure di centrosinistra o “campo largo” o “progressista” che dir si voglia) è naufragato in questi ultimi anni. Anche per responsabilità nostra, ma in particolare per il mutamento dei rapporti di forze dentro la politica italiana, dove l’elogio del bipolarismo ha prevalso sul proporzionalismo (e non certo da oggi), rafforzandosi nella spietata logica dell’alternanza in un quadro democratico profondamente alterato dal mantra del privato anteposto al pubblico.
Il nostro congresso provinciale ha, nella discussione che si è tenuta in via Garroni, ribadito che la scelta di Rifondazione Comunista oggi, di ripercorrere la via dell’autonomia totale dal resto delle forze politiche progressiste e democratiche è un vicolo cieco, una strada senza uscita, un battere e ribattere la testa contro un muro dei fatti che sono più coriacei di quello che si possa ritenere. Abbiamo, a Savona e in Liguria (nazionalmente vedremo cosa ci dirà la conta totale dei voti espressi), deciso di cambiare la rotta: siamo alternativi e siamo quella sinistra di alternativa che deve poter incidere nel contesto attuale.
Non vogliamo fare del PRC un partito autoreferenziale che si allea (o si accorda) con forze ultra minoritarie che danno dell’attuale fase una lettura superficiale mettendo in seconda istanza il grave problema delle destre neo e post-fasciste al governo del Paese. Il risultato congressuale di Savona e della Liguria parla chiaramente: la stragrande maggioranza del nostro Partito vuole che Rifondazione Comunista mantenga la sua autonomia, il suo carattere di partito modernamente anticapitalista, ma vuole che questa peculiarità sia fatta valere in un contesto più ampio di quello del puro edonistico compiacimento ideologico".
"Qualche compagno ha citato Lenin spesso, quando affermava, rivolgendosi ai nascenti comunisti italiani del PCdI, che era necessario scindersi dal PSI di Turati ma che, per combattere l’emergente mussolinismo, era immediatamente dopo urgente allearsi proprio con quel partito del socialismo da cui Gramsci, Bordiga, Tasca, Terracini, Ravera e altri si stavano separando. A questo insegnamento, di condivisione unisona tra autonomia e unità, ispiriamo oggi le nostre azioni. Non per ripetere alleanze del passato, ma trovare nuovi spazi di condivisione delle lotte oggi. Faremo tratti di strada insieme con tutti coloro che vivono dell’antifascismo, del rispetto senza se e senza ma della Costituzione.
E lo faremo con chi vorrà davvero sostenere riforme che amplino i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dei precari, degli studenti, dei pensionati: guardando alla tutela dei diritti universali e particolari, di ogni minoranza, di ogni espressione culturale, personale, etnica, della mente come del cuore. Il nostro congresso provinciale e regionale è stato e sarà questo. Ed ora veniamo alla parte più burocratica. Di seguito i nuovi organismi dirigenti eletti. Con un ringraziamento speciale a tutte e tutti e, nello specifico, a Walter Surano che ha accettato di essere rieletto Segretario provinciale del Partito, a Daniela Biggi che continuerà ad essere la tesoriera.
Fanno parte del nuovo Comitato politico federale (il parlamentino provinciale del Partito), per il Circolo “Silvia Poggi” di Savona: Daniela Biggi, Licia Cesarini, Lorenzo Dal Monte, Fabrizio Ferraro, Anna Maria Gualdo, Francesco La Rocca, Marco Ravera, Marco Sferini, Alberto Sguerso e Walter Surano. Il Circolo “Che Guevara” del Ponente savonese sarà rappresentato da Gianluigi Caviglia. Mentre per il Circolo “Rosa Luxemburg” del Levante nel CPF sono stati eletti: Roberto Palomba, Martin Zanchetta e Franco Zunino.
Il nuovo Collegio federale di Garanzia sarà composto dal presidente Roberto Casella (che di diritto farà parte del Comitato politico federale), da Maria Luisa Giglio (Circolo “Rosa Luxemburg” – Levante), Ilaria Magrini (Circolo “Silvia Poggi” – Savona) e Simonetta Vitali (Circolo “Che Guevara” – Ponente savonese). Nessuna novità, invece per i Giovani Comuniste/i che nella fase congressuale non eleggono nuovi organismi dirigenti e proseguono col coordinamento guidato da Francesco La Rocca.
A rappresentare la nostra Federazione al Congresso nazionale (che si terrà a Montecatini Terme dal 7 al 9 febbraio) sarà Franco Zunino. Mentre al Congresso regionale, la cui data è da stabilirsi, andranno come delegate e delegati: Fabrizio Ferraro, Franco Zunino, Ginevra Surano e Daniela Biggi (delegati supplenti: Marco Ravera, Francesco La Rocca, Anna Maria Gualdo e Licia Cesarini). Per il momento la nostra parentesi congressuale termina qui, almeno per quanto riguarda le procedure di rinnovo dell’organizzazione provinciale. Adesso, senza troppa retorica da mettere per iscritto, si apre una stagione che per il Partito può essere di innovazione.
Lo sarà se sapremo cogliere delle opportunità anche da una dialettica interna che, nazionalmente, ci vede spaccati a metà su questioni predette e stradette. Se sapremo fare una sintesi politica e gestionale dell’intera Rifondazione Comunista. Un partito che, nella crisi partecipativa di cui si diceva al principio di queste righe, riesce comunque a portare al voto seimila e più dei suoi quasi diecimila iscritti attuali. Un risultato non da poco che non va sciupato".