Mezza politica21 gennaio 2025 12:52

Bucci come Toti: la rumenta tutta a Savona

Dopo il rigassificatore, rispunta l'ipotesi di un bell'inceneritore. Ovviamente nel Savonese

Bucci come Toti: la rumenta tutta a Savona

 

Dopo smentite, rassicurazioni, accuse di allarmismo immotivato, torna l’ipotesi di un termovalorizzatore nel savonese, e vengono confermati i nostri timori. Bucci, che fino a ieri avrebbe fatto qualsiasi cosa per portare l’impianto a Genova, a Scarpino, oggi, nelle vesti di presidente della Regione e a ridosso delle elezioni nel capoluogo, se ne lava le mani e dice che saranno le aziende a scegliere il sito mettendo il territorio savonese di nuovo nell’angolo. Un’ipotesi inaccettabile per un territorio che subisce già troppe servitù e che da tempo ha scelto di puntare su un rilancio che non passa dal termovalorizzatore, come non passava dal rigassificatore.

Ma purtroppo siamo alle solite, cambia l'ordine dei fattori, Bucci ha preso il posto di Toti, ma il prodotto non cambia: ancora una volta vince l’interesse politico ed elettorale su quello dei cittadini. Una scena già vista e, come per il rigassificatore, si impone a un territorio una scelta calata dall’alto, senza ascolto, senza condivisione e nessuna valutazione con gli enti locali e i cittadini. Ma possibile che quando si parla di scelte così importanti non si pensi mai al necessario e fondamentale coinvolgimento?”, così il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello su ipotesi termovalorizzatore nel savonese.

 

Anche i consiglieri regionali di AVS esprimono forte dissenso al progetto per la realizzazione di un termovalorizzatore in Liguria, rilanciata oggi dal presidente regionale Marco Bucci.

 

“Ci piacerebbe che questa giunta si occupasse dell’ambiente e della salute delle persone. Invece si continua a parlare di termovalorizzatore, tra l’altro in una regione che non ha ancora raggiunto il minimo richiesto dall’Unione europea in materia di raccolta differenziata, che è il 65% e a cui si doveva arrivare nel 2012. Se fosse creato un termovalorizzatore, questa soglia di raccolta differenziata non sarà mai raggiunta”, denuncia Selena Candia, capogruppo di AVS in Regione.

 

“Questo rischia di succedere, perché l’impianto da 200mila tonnellate, di cui parla Bucci, brucerebbe tutto l’indifferenziato che ora produciamo e la Regione a quel punto non avrebbe nessun vantaggio ad aumentare la differenziata o a diminuire la produzione di rifiuti. Anzi c’è il rischio che se raggiungessimo o magari superassimo il 65%, il Veneto ad esempio è al 76%, dovremmo iniziare ad importare rifiuti da altre regioni. Oltretutto si parla di un termovalorizzatore di taglia piccola, il più piccolo del Nord Italia, che avrà bisogno di spazzatura per decenni, per rendere sensato l’investimento dal punto di vista economico. Quando finalmente crescerà la percentuale di raccolta differenziata, cosa finirà nel termovalorizzatore? Inizieremo a importare rifiuti dalle altre regioni? È urgente iniziare a parlare di economia circolare, una parola sconosciuta al programma del presidente Bucci”, rincara Selena Candia.

 

“Se Bucci proseguirà in questa direzione, troverà la nostra ferma opposizione. Siamo fortemente critici contro il termovalorizzatore. È un insulto ai savonesi, indicare tra i siti disponibili i comuni di Cairo, Cengio e Vado Ligure, tre realtà che hanno pagato già un duro prezzo in termini di salute e ambiente, sacrificando già tutto quello che era sacrificabile”, aggiunge il consigliere regionale Jan Casella, che annuncia: “Presenteremo un’interrogazione al presidente Bucci per difendere i cittadini dai rischi di quest’opera”.

 

red

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