Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona, nell’ambito dei propri compiti istituzionali, tesi all’individuazione e alla repressione dei più gravi fenomeni di evasione fiscale, hanno dato esecuzione, su delega della Procura della Repubblica di Savona, ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale, nei confronti di un imprenditore di Laigueglia (SV), operante nel settore della carta e dei servizi di consulenza alle imprese mediante la propria ditta individuale e due società a responsabilità limitata.
I plurimi reati contestati allo stesso sono la bancarotta fraudolenta (art. 322 D.Lgs. 14/2019), l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (artt. 2 e 8 D.Lgs. 74/2000), la distruzione e l’occultamento della contabilità (art. 10 D.Lgs. 74/2000) e il trasferimento fraudolento di valori (art. 512 bis c.p.).
L’attività delle Fiamme Gialle della Compagnia di Albenga, sui soggetti economici riconducibili all’imprenditore, ha fatto emergere una rilevante frode fiscale, perpetrata mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare complessivo di 28 milioni di euro.
Nel corso delle indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla locale Autorità Giudiziaria e suffragate da capillari attività tecniche di intercettazione, di analisi dei conti e di perquisizione, è stato acclarato, in particolare, come l’ideatore della frode, formalmente attivo nel settore del commercio di carta e cartone, nonché della consulenza aziendale e informatica, nella sostanza, fosse invece privo di dipendenti, beni strumentali e mezzi idonei per conseguire i rilevanti volumi d’affari dichiarati; allo stesso modo, sono state disconosciute le fatture di prestazioni di servizio, connotate da elementi vaghi e generici.
Unitamente all’imprenditore, sono state segnalate alla Procura della Repubblica savonese altre ottanta persone fisiche, residenti in dodici regioni italiane, titolari di ditte o società, risultate beneficiarie delle fatture false emesse, fatte successivamente confluire nelle rispettive dichiarazioni dei redditi.
Alcune tra queste, destinatarie di ispezioni tributarie, questionari fiscali ovvero perquisizioni, hanno effettuato spontaneamente ravvedimenti operosi, versando all’Erario circa 3 milioni di euro, mentre altri soggetti hanno optato per l’adesione ai verbali di constatazione, stilati dai finanzieri, per un importo complessivo di oltre 600 mila euro.
Nei confronti dell’imprenditore, della compagna convivente, indagata per concorso in bancarotta e riciclaggio (art. 648 bis c.p.), e di altri due soggetti, risultati tra i principali utilizzatori delle fatture inesistenti, sono stati eseguiti, giusta delega della medesima Autorità Giudiziaria, sequestri preventivi, anche per equivalente, su disponibilità finanziarie liquide per un ammontare complessivo di circa 1,1 milioni di euro e su due immobili valutati in circa 1 milione di euro e costituiti da una villa con affaccio sul lago Maggiore, ed un attico in Laigueglia, oltre a 400.000 euro, nella disponibilità dell’imprenditore, sottoposti a pignoramento a seguito delle attività ispettive fiscali svolte.