News22 gennaio 2025 11:55

Referendum: ciò che rimane

Le decisioni della Corte Costituzionale assunte in materia referendaria aprono una stagione di grande complessità nella prospettiva del piano politico (di Franco Astengo)

Referendum: ciò che rimane

 

Da un lato la possibile riapertura del confronto in Parlamento sul tema dell'autonomia differenziata e dall'altro la preparazione allo scontro elettorale su questioni relative alla giurisdizione del lavoro e della cittadinanza (entrambe prefiguranti un vero e proprio quadro di "civiltà giuridica") finiranno con una richiesta di intreccio tra lavoro parlamentare e operatività elettorale.

Un intreccio tra lavoro parlamentare e prospettiva referendaria tale da richiedere comunque un salto di qualità nel rapporto tra le forze politiche dell'opposizione, il sindacato, i soggetti culturali che fin qui si sono occupati della difesa del dettato costituzionale.

E' necessario stabilire una linea comune: sul lavoro parlamentare rispetto alle modifiche sull'autonomia differenziata deve valere il dato di abbandono della filosofia che a suo tempo ispirò negativamente la riforma del titolo V e che può essere riassunta come l'idea di inseguimento della Lega sul suo terreno al fine di accattivarsene la benevolenza. Si trattò di una linea politica sbagliata adesso improponibile in un quadro totalmente cambiato. E' necessario intervenire con una grande chiarezza di proposta che ponga il tema dell'autonomia locale nella situazione di un'attualità permeata da una idea diffusa di concezione del potere e non di una concezione di governo mentre le richieste già avanzate dalla regioni del Nord - Est fanno riaffiorare vecchi stilemi secessionisti (in questo quadro ci sta anche la questione del terzo mandato, nell'idea di ulteriore esasperazione del concetto di personalizzazione della politica).

Nello stesso tempo sarà necessario lavorare in funzione dei referendum ammessi che riguardano punti delicati del rapporto di lavoro così come questo era stato modificato dal job act e la cittadinanza: punti divisivi nella storia del centro - sinistra e del quadro attuale dei soggetti all'opposizione. Difatti sono già stati annunciati distinguo collocati, anche in questo caso, dentro a vecchi filoni di pensiero politico: elaborati in un quadro completamente diverso dall'attuale.

Su entrambi i punti, quello del lavoro e quello della cittadinanza, va ovviamente affiancata la capacità di mobilitazione organizzativa della CGIL che a mio giudizio dovrebbe funzionare da punto di riferimento complessivo: nello stesso tempo da parte delle forze politiche e dei soggetti di cultura politica dovrebbe partire una riflessione relativa al contesto complessivo all'interno del quale si svolgerà la contesa referendaria.

Si tratta di un contesto non favorevole ad intese più o meno blandamente "riformistiche" ( con molte virgolette) ma di scontro politico e sociale molto duro attorno a contraddizioni ben definite ed evocate anche a livello internazionale nel connubio tra politica, economia, tecnica al punto da indicare una "narrazione" completamente diversa dal passato.

Intendiamoci bene su questo punto: non siamo all'interno di un sistema di "bipolarismo temperato" come hanno cercato di far intendere i due convegni dei cattolici democratici e dei liberal riformisti svoltisi nella scorsa settimana: ci troviamo in uno scontro i cui termini sono stati ben delineati nel discorso di insediamento del nuovo presidente USA e applaudito con grande calore dalla presidente del consiglio italiana.

Torniamo però specificatamente al tema dei referendum: i punti sui quali soffermarci sono almeno due:

1) il valore mobilitante dei quesiti di per sé che deve essere fortemente valorizzato indicandone la validità complessiva nel definire una proposta politica alternativa alla destra;

2) la capacità di realizzare nell'occasione referendaria una visione unitaria dell'opposizione alla destra. Opposizione dalla quale dovrebbero scaturire elementi comuni di soggettività consapevole al fine di favorire l'elaborazione di una necessaria progettualità alternativa (esattamente quello non seppero fare i soggetti posti a difesa della Costituzione in una visione progressista che si misurarono positivamente con il referendum del dicembre 2016).

Su questi elementi andrà aperto immediatamente un confronto tra i soggetti interessati: il possibile asse PD-CGIL potrebbe rappresentare la spina dorsale di questa fondamentale operazione politica (senza rievocare ovviamente spettri del passato) ma la complessità di espressione dell'intera sinistra costituzionale avrà un ruolo molto importante sul versante politico, culturale, sociale; è necessaria una nuova connessione non dettata soltanto dal pericolo della destra che pure c'è ed è incombente; una connessione imposta essenzialmente dall'esigenza di fornire una prospettiva al futuro.

Franco Astengo

 

 

"Siamo pronti a mobilitarci per la stagione referendaria del 2025, per affrontare le sfide della precarietà, delle disuguaglianze e del riconoscimento dei diritti fondamentali" dichiara Luigi Lanza, coordinatore Sinistra Italiana Savona.

"Il referendum sulla cittadinanza rappresenta un passaggio importante per riconoscere i diritti di milioni di persone. 

Anche nel savonese, tante famiglie di origine straniera sono parte integrante della nostra comunità nonostante vedano sistematicamente negati i propri diritti. 

Sul fronte del lavoro, i quesiti referendari promossi dalla CGIL sono un segnale di speranza per una provincia segnata da mancanza di opportunità, precarietà e salari bassi. 

Contrastare norme che alimentano l’instabilità e restituire dignità ai lavoratori sono passi fondamentali. A ciò si aggiunge l’urgenza di migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, dato l’allarmante numero di infortuni nel nostro territorio.

Registriamo purtroppo l’inammissibilità secondo la Corte Costituzionale del quesito sull’autonomia differenziata nonostante le migliaia di firme raccolte nel corso del 2024. 

Si tratta di un tema cruciale che riguarda da vicino il nostro territorio. In una regione come la Liguria, con le sue aree interne già duramente provate dalla carenza di servizi.

Come Sinistra Italiana Savona ci impegnamo sin da subito a costruire la mobilitazione per i referendum del 2025 con le forze politiche progressiste, le associazioni e i cittadini interessati a costruire un futuro più equo".