Domenica 26 gennaio alle ore 17 presso la s.m.s Libertà e Lavoro di Lavagnola, via Abate 2 il gruppo anarchico Fuori Controllo e il sindacato di base CUB Savona-Valbormida promuovono un incontro informativo sul DDL 1660, ora 1236, tenuto dagli avvocati Laura Tartarini e Pietro Serrachiani. All'incontro seguiranno interventi degli organizzatori e dibattito con i partecipanti.
"Perché il Ddl 1660, ora 1236, è un attacco contro tutti noi?"
Questa la domanda dei promotori, che spiegano: "Dietro la retorica della “sicurezza” (di chi? da cosa?) c’è il chiaro proposito di attaccare tutti i movimenti sociali e la possibilità stessa di lottare, manifestare dissenso.
Attacca i lavoratori e le lavoratrici punendo i picchetti davanti ai luoghi di lavoro equiparandoli alla violenza privata, con una pena fino a 4 anni".
"Attacca i movimenti contro la guerra, ecologisti, sindacali e di ogni genere rendendo reato penale il blocco stradale “semplice” (cioè senza oggetti, solo con i propri corpi), iniziativa base degli scioperi con blocco delle merci e di svariate altre proteste: un blocco costerebbe da sei mesi a due anni di reclusione con aggravanti (come se il fatto avvenga nelle vicinanze di una struttura ferroviaria).
Attacca i gesti di protesta come il lancio di vernice su sedi istituzionali: azioni di questo tipo vengono qualificate come “lesione dell’onore e del prestigio delle istituzioni”; nel caso in cui il reato venga ricommesso, si rischia fino a tre anni di reclusione e una multa fino a dodicimila euro. Attacca le lotte contro opere pubbliche e “infrastrutture strategiche” (come TAV e Ponte sullo Stretto, ma anche basi militari, rigassificatori, impianti eolici, ecc.) introducendo un reato per cui chi protesta in modo considerato “minaccioso o violento” rischia fino a venti anni di carcere.
Attacca i siti di movimento e di controinformazione introducendo il reato di “terrorismo della parola” che punisce con una pena da due a sei anni chiunque detenga, o faccia circolare, in forma sia scritta che orale, testi ritenuti capaci di incitare ad atti di sabotaggio o resistenze che coinvolgano uffici, istituzioni, servizi pubblici o di pubblica necessità (ciò si presta a reprimere anche il movimento in solidarietà alla Palestina)".
Non solo:
"Attacca le recluse e i reclusi nelle carceri introducendo il reato di “rivolta in istituto penitenziario”, con pene dai due agli otto anni per chi la “dirige” e da uno a cinque anni per chi vi “partecipa” (ma con le aggravanti si può arrivare fino a vent’anni), viene equiparata la resistenza passiva a quella attiva: potrebbe bastare anche un rifiuto di rientrare dall’aria per essere perseguiti.
Attacca le recluse e i reclusi nei Centri Per il Rimpatrio (CPR), negli hotspot e nei “centri d’accoglienza”, introducendo un reato di rivolta punibile da uno a sei anni, addirittura venti se qualche poliziotto subisce “lesioni gravi o gravissime”.
Attacca le occupanti e gli occupanti di case punendo l’occupazione di case vuote con pene dai due ai sette anni (pena estesa anche a chi “coopera” con gli occupanti, quindi i solidali), sono accelerate le procedure di sgombero che non richiedono più il parere della magistratura.
Attacca gli immigrati disponendo il divieto di acquisto di SIM telefoniche per chi è privo di permesso di soggiorno e ampliando le norme per la revoca della cittadinanza che serviranno da ulteriore forma di ricatto: se lotti, ti tolgo la cittadinanza.
Attacca tutte le persone già esposte alle violenze delle forze di polizia aumentando le pene per “violenza”, “minaccia” e “resistenza” a pubblico ufficiale, nonché dando possibilità agli appartenenti alle forze dell'ordine di portare armi private quando non sono in servizio senza ulteriori autorizzazioni. Qual'è il nesso fra Ddl 1660 , ora 1236, con la guerra?
È indicativo che tra i firmatari del disegno di legge oltre al ministro dell’Interno Piantedosi, e quello della Giustizia Nordio compaia il ministro della difesa Crosetto".
"Le tensioni internazionali, dall’Ucraina al Medioriente, rendono ogni giorno più concreto il rischio di una guerra mondiale in cui l'Europa occidentale non sarà esclusa, infatti gli stati della NATO si stanno preparando attivamente alla guerra e, parallelamente, a “pacificare” il futuro fronte interno, quello di chi protesta e lotta col fine di un apparente consenso sociale alle politiche belliche. “Pacificazione” ottenuta attraveso legislature preparatorie alle future leggi marziali.
Occorre essere informati su queste normative liberticide dove, in nome di una fantomatica sicurezza, viene ulteriormente contrastata e repressa ogni forma di dissenso in ogni settore della vita quotidiana, la conoscenza dovrebbe portare a contrastare, con le ovvie diverse sensibilità, politicamente e individualmente questo disegno di legge che ci porterà ad uno stato di polizia e non più di diritto anticamera dello stato di guerra.
Ricordiamoci che costa molto riconquistare la LIBERTA' persa a buon prezzo" concludono gli organizzatori.