L'Associazione "Il Rosso non è il Nero" dichiara da subito la propria disponibilità a sostenere iniziative che puntino a raccogliere sui diversi quesiti il più largo consenso.
"Al riguardo dei referendum sui temi del lavoro si è riflettuto sulla connessione diretta, da presentare anche in campagna elettorale, tra i temi generali e la situazione locale.
Una situazione locale che presenta aspetti di grande difficoltà proprio sulle prospettive di sviluppo del territorio dopo un lungo periodo di arretramento nella presenza della struttura industriale".
"La struttura industriale, particolarmente nel comprensorio savonese e in Val Bormida, ha accusato perdite di grandi dimensioni riducendo la quota di occupati nell'industria a circa un terzo rispetto agli occupati nel terziario. Settore terziario dove occorre ricordare si colloca un vero e proprio fenomeno di "lavoro povero" con la gran parte dei nuovi assunti a part-time e 15.000 lavoratrici e lavoratori con un salario disponibile al di sotto dei 10.000 euro annui lordi, oltre ad ampi fenomeni di lavoro nero ed evasione contributiva".
"Su questo insieme di ragioni si svilupperà il nostro impegno referendario per la pronuncia di 5 sì" - dichiarano dall'associazione. "Il nostro proposito sarà quello di tenere assieme quegli elementi della normativa generale in materia di lavoro che debbono essere immediatamente modificati e la necessaria capacità di proposta da portare avanti nella realtà locale".
"L'Associazione attribuisce grande importanza alla riduzione dei tempi di attesa nella concessione della cittadinanza (che rappresenta il tema del quinto quesito che andrà in votazione) verso soggetti in gran parte lavorativamente e culturalmente inseriti a pieno titolo nella Comunità e che stanno fornendo un grande contributo al suo sviluppo in una fase di vera e propria "desertificazione demografica" che dura ormai da tantissimo tempo.
Il nostro lavoro cercherà anche di misurarsi anche le problematiche di tipo organizzativo auspicando la formazione di un soggetto di riferimento nella campagna elettorale provviste di forti capacità d'intervento in una espressione piena di pluralità politica, culturale, organizzativa".
Sì anche per Rifondazione Comunista:
"Sui referendum sul lavoro, si può raggiungere il quorum se il clima sociale non rimarrà quello degli anni scorsi: occorre dare segnali precisi di una ripresa credibile e continuativa delle lotte, unificando quelle sulle crisi locali, sul salario minimo e sui contratti scaduti. Il PRC genovese si impegna a stare nella stagione referendaria e ad attivare strutture e iscritt* affinché venga raggiunto il quorum".
"Il referendum sulla cittadinanza è nodale perché è in grado di porsi sul terreno culturale come alternativo alla cortina d’odio e di paura dei migranti cavalcato dalla destra. Un quesito trasversale che coinvolge soggettività diverse, realtà di movimento e associative, cosa che, tra l’altro, trainerà la partecipazione verso gli altri quesiti".
"Sull' autonomia differenziata, dopo lo stop al referendum, non lasceremo cadere la battaglia. Se le due sentenze della Consulta indicano la strada della riscrittura della legge, occorre che non ci si adagi sull'ipotesi "trattativista", che produrrebbe una pericolosa e negativa, pur piccola autonomia, aprendo un futuro identico atteggiamento sul presidenzialismo. Lo spirito da seguire è quello referendario, che metta in discussione anche la base di tutto: la modifica del titolo V, dell’art. 116 della Costituzione".