Il Centro Ictus dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, quello dell’Ospedale San Paolo di Savona, il 118 e le scuole primarie della provincia di Savona con il contributo di A.L.I.Ce. Liguria Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) vengono premiati oggi come prima “Provincia Angels” in Italia.
Una provincia Angels è un territorio in cui la consapevolezza della comunità, il lavoro del personale dei servizi medici di emergenza (EMS) e l’assistenza ospedaliera acuta sono tutte ottimizzate per assicurare esiti migliori ai pazienti colpiti da ictus. Una provincia in cui, quindi, gli ospedali, i servizi di emergenza, le autorità locali e gli educatori pubblici lavorano di concerto per fornire mani sicure alle persone colpite da ictus nelle loro comunità.
L’ictus è una patologia tempo-dipendente: ogni minuto che passa, la persona che ne è colpita perde circa due milioni di neuroni. Questa perdita si traduce in una maggiore incidenza di morte e, soprattutto, di disabilità per la persona colpita da ictus: ciò vuol dire che è fondamentale agire tempestivamente e compiere le azioni giuste.
“Il lavoro multidisciplinare tra i diversi professionisti coinvolti nella rete ictus e la collaborazione tra ospedali e territorio sono fondamentali: la gestione del paziente con ictus, per la sua complessità, non può che essere interconnessa tra le varie discipline considerato il ruolo che ognuno dei professionisti svolge all’interno del percorso: il medico del 118 nella fase pre-ospedaliera, il medico di pronto soccorso all’arrivo in ospedale, il neurologo e il neuroradiologo nella fase diagnostica, il neurochirurgo, il rianimatore, il chirurgo vascolare, il fisiatra – dichiara la Dottoressa Tiziana Tassinari, Direttore del Centro Ictus della Struttura Complessa dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Poi, nella fase del post-ictus, oltre al fisiatra, al neurologo, al fisioterapista e al logopedista, assume importanza anche il medico di medicina generale per la continuità delle cure e il monitoraggio delle stesse”.
Ogni 30 minuti una persona colpita da ictus, che avrebbe potuto essere salvata, muore o rimane invalida per sempre perché è stata trattata nell'ospedale sbagliato. Il progetto Angels nasce proprio con l’obiettivo di implementare le linee guida della European Stroke Organization, costruire una rete d’eccellenza nella gestione del paziente con ictus a livello globale e garantire quindi a tutti i pazienti colpiti da ictus uguali dignità di cure, ovunque essi si trovino.
“Le persone colpite da ictus traggono beneficio dai trattamenti di fase acuta e dal ricovero nei Centri Ictus. Il percorso del paziente con ictus presenta diverse complessità: dall’alta percentuale (25% circa) di quelle patologie acute che sembrano un evento di natura vascolare ma in realtà non lo sono e possono essere riconosciute solo da personale esperto, alla necessità di somministrazione del trattamento trombolitico per via endovenosa o dei trattamenti interventistici, possibili solo nei centri autorizzati, fino alle opportunità offerte dalla diagnostica neuroradiologica avanzata, indispensabile per verificare la cosiddetta “finestra terapeutica” entro cui operare in casi selezionati. Da tutto questo deriva la necessità di un ottimo funzionamento della rete ictus in tutte le sue fasi, pre-ospedaliera, ospedaliera e post-ospedaliera – afferma la Dottoressa Cinzia Finocchi, direttore della Struttura Complessa di Neurologia dell’Ospedale San Paolo di Savona.
“Il personale dei servizi medici di emergenza del 118 svolge un ruolo fondamentale: gli operatori sanitari che forniscono cure ospedaliere – continua il Dottor Danilo Cimolato, Direttore 118 di Savona - devono essere preparati a identificare e valutare rapidamente la situazione. Il nostro personale è infatti in grado di riconoscere l’ictus, stabilizzare il paziente, raccogliere informazioni rilevanti, trasportarlo nell’ospedale con il Centro Ictus più vicino nel minor tempo possibile, inviare una prenotifica all’ospedale e, quando possibile, preparare il paziente per l’applicazione di linee EV e l’esecuzione delle analisi del sangue”.
Migliorare il trattamento dell’ictus ed evitare inutili perdite di tempo, costruendo un percorso condiviso che sia il più virtuoso possibile e consenta di ridurre i ritardi negli intervalli tra il tempo di arrivo in ospedale e la fase di terapia e ricovero, vuol dire salvare migliaia di vite e prevenire le possibili conseguenti disabilità.
La provincia di Savona si è distinta, inoltre, per la massiccia partecipazione di ben 355 bambini al progetto FAST Heroes, la campagna didattica internazionale rivolta ai bambini delle scuole primarie che ha come obiettivo quello di insegnare loro, attraverso attività ludiche e video, a riconoscere i principali sintomi dell’ictus e a chiamare tempestivamente i soccorsi, trasformandosi così in supereroi che salvano i nonni dall’ictus cerebrale.
“Fast Heroes, nel nostro Paese, è portato avanti da A.L.I.Ce. Italia Odv con l’obiettivo di insegnare ai bambini i principali sintomi dell'ictus e, allo stesso tempo, il numero da chiamare. Il tutto attraverso i racconti degli eroi FAST, ciascuno alle prese con il "Trombo malefico" e con uno specifico sintomo che intacca le sue speciali capacità – spiega Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv. “Il nostro ringraziamento va in particolare alle maestre e ai dirigenti scolastici che hanno capito l’importanza di questo progetto e ai bambini che hanno partecipato con grande entusiasmo. Siamo certi che la loro voglia e facilità di apprendere e condividere quanto hanno imparato a scuola possano incoraggiare la successiva diffusione del messaggio al resto della famiglia, in particolare ai nonni con cui solitamente passano molto tempo – conclude Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Liguria Odv.