"Questo significa che sempre più liguri sono costretti a cercare cure fuori Regione, in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, con costi economici, sociali e psicologici insostenibili. Un dato che dimostra, in modo inequivocabile, il progressivo indebolimento del nostro sistema sanitario pubblico regionale" dichiara il senatore del Partito Democratico Lorenzo Basso.
“Quello che emerge con forza dal report GIMBE - prosegue Basso - è che la Liguria sta vivendo la stessa crisi sanitaria che caratterizza il Mezzogiorno d’Italia. Esattamente come accade nelle Regioni del Sud, anche qui si registra un’elevata mobilità passiva, con una fuga crescente di pazienti e risorse economiche. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto continuano ad attrarre pazienti e fondi, mentre la Liguria si ritrova in un circuito vizioso in cui le difficoltà strutturali del sistema sanitario regionale alimentano ulteriori squilibri. Il problema è ancora più grave se si considera che il dato complessivo della Liguria è parzialmente mitigato dalla presenza di alcune strutture di eccellenza specialistiche, come l’Ospedale Gaslini, che contribuisce a compensare, almeno in parte, il drammatico deficit complessivo della Regione. Questo significa che il bilancio sanitario della Liguria è addirittura ancora più disastroso”.
“La Liguria è già oggi una Regione fragile dal punto di vista sanitario, e la prospettiva dell’autonomia differenziata, recentemente approvata dalla maggioranza di centrodestra, rischia di aggravare ulteriormente il divario sanitario tra territori ricchi e territori in difficoltà. Senza misure correttive, questa riforma rischia di cristallizzare e legittimare le attuali diseguaglianze, trasformando il diritto alla salute in un privilegio per chi risiede nelle Regioni più forti economicamente”, avverte il senatore dem.
“Basta annunci altisonanti senza poi nessun seguito a cui assistiamo da troppi anni. È necessario un piano straordinario per rilanciare la sanità pubblica in Liguria, rafforzando l’offerta ospedaliera e territoriale, potenziando il personale sanitario e riducendo le liste d’attesa. Non possiamo permettere che la nostra Regione diventi sempre più dipendente dalle cure erogate altrove” conclude Basso.