News20 febbraio 2025 13:07

L'ombra del terrorismo nella rada di Vado

Non è il caso di tirar giù conclusioni affrettate, ma si pongono diversi interrogativi al riguardo della vicenda della petroliera Seajewel - bandiera maltese, armatore greco - a bordo della quale venerdì scorso mentre si trovava nella rada Savona - Vado sono avvenute esplosioni che la magistratura ipotizza potrebbero essere conseguenza di atti terroristici (di Franco Astengo)

L'ombra del terrorismo nella rada di Vado

 

Si è così determinata una situazione che pone oggettivamente interrogativi assolutamente pressanti anche rispetto al modello di presunto sviluppo che si sta cercando di proporre all'intero Ponente Ligure: territorio che si vorrebbe piegare a un complesso di servitù di diverso tipo collocate però complessivamente sul terreno militar - energetico.

In un quadro che viene definito "nebbia da guerra" il "Corriere della Sera" pubblica oggi un ampio articolo firmato da Guido Olimpio e Andrea Pasqualetto: in quel testo si inserisce la vicenda della Seajewel in un intrigante contesto, la petroliera potrebbe far parte di una presunta flotta fantasma russa messa in circolazione al fine di superare fraudolentemente le sanzioni conseguenti all'invasione dell'Ucraina e relativa guerra in corso.

Una vicenda che ovviamente la magistratura seguirà traendone le conseguenze che deriveranno dalle indagini: il fatto che tutto ciò sia avvenuto nella (tormentata) rada Savona - Vado non può però che stimolarci alcune osservazioni riguardanti il destino economico, produttivo, ambientale del Ponente Ligure.

Dopo aver chiuso la tragica vicenda del rapporto lavoro/ambiente che ha dilaniato per decenni la Val Bormida e il Vadese con una pressoché completa desertificazione industriale lasciando una striscia irrisolta di aree dismesse, non bonificate e non utilizzabili (questione sulla quale, tra l'altro, si è infranta l'idea priva di progetto dell'area industriale di crisi complessa) la prospettiva della striscia di terra che dal ponente genovese passa per l'area centrale della regione e arriva a sfiorare (stabilimento Piaggio di Villanova d'Albenga) la zona a più intensa densità turistica che va da Alassio a Ospedaletti sembra essere legata a una sorta di modello militar - energetico sulla cui prospettiva di realizzazione andrebbe aperto subito una discussione di fondo .

Una discussione che andrebbe anche estesa al tema infrastrutturale riguardante porti, strade, ferrovie sia sul nodo di Genova sia rispetto alle esigenze di uscita dall'isolamento e del rapporto con il Nord - Ovest da parte dell'area centrale (appunto Savona - Vado).

Riassumiamo per comodità d'esposizione:

a) acquisizione da parte del gruppo turco Baykar degli stabilimenti Piaggio di Sestri Ponente e di Villanova d'Albenga (circa 800 dipendenti) con sostanziale spostamento della produzione verso il militare (droni d'attacco, aerei senza pilota). Militare che si rivelerebbe come un vero e proprio "punto di missione". Il ministro Arso, in visita in Turchia (paese direttamente impegnato sul piano militare in Siria e in Libia) ha ipotizzato anche la possibilità di collegamento tra Baykar e Leonardo che ha il suo centro direzionale proprio a Sestri Ponente;

b) lo stesso ministro Urso ha ipotizzato la collocazione nella zona del ponente ligure di un reattore nucleare che lo stesso esponente di Fratelli d'Italia ha definito di avanzata tecnologia trattandolo quasi come se si trattasse di una sorta di accendino (forse lo stesso accendino cui Gelli attribuì la responsabilità della strage di Bologna del 1980);

c) rimane in sospeso, con buona pace delle dimostrazioni di protesta e delle più o meno opportunistiche prese di posizione politica, lo spostamento di una nave rigassificatrice dal porto di Piombino alla rada di Savona - Vado (il problema potrebbe essere risolto da Trump decidendo di spostare le sanzioni rivolte verso la Russia dirigendole verso l'Europa e negando il passaggio del gas liquido dagli USA all'Europa). Al di là di ipotesi più o meno scherzose ci troviamo comunque anche rispetto alla vicenda del rigassificatore davanti a un'ulteriore possibilità di torsione negativa nella prospettiva economica dell'area con evidenti ricadute sul turismo e sull'utilizzo del territorio.

Insomma un concentrato inquietante di fatti e di ipotesi (plausibili) che la vicenda delle esplosioni a bordo della petroliera Seajewel sicuramente hanno alimentato all'insegna dell'antico motto andreottiano "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca".

Franco Astengo