News04 marzo 2025 12:46

Il voto è la nostra rivolta: parte la campagna per i referendum

Quattrocento i partecipanti all'assemblea della Cgil in Scuola Edile. Pasa: “Lavoro meno precario e più sicuro per migliorare la qualità dell'occupazione e della vita di migliaia di persone anche in provincia di Savona”

Il voto è la nostra rivolta: parte la campagna per i referendum

Sono 5 i quesiti referendari sui quali si voterà in primavera e sui quali la Cgil chiede di votare 5 sì: due riguardano la dignità del lavoro e sono contro i licenziamenti nelle grandi e nelle piccole aziende, uno è contro la precarietà, uno per salute e sicurezza sul lavoro, uno per il diritto di cittadinanza a chi vive e a chi lavora nel nostro Paese. Il lancio della campagna referendaria nel savonese è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute della provincia. Se ne è parlato questa mattina durante l’Assemblea delle assemblee che la Cgil savonese ha organizzato presso l’Aula Magna della Scuola Edile di Savona e che ha visto la presenza di circa 400 partecipanti.

Uno dei quesiti riguarda salute e sicurezza sul lavoro negli appalti, settore dove più spesso si verificano infortuni sul lavoro. Secondo l’Inail nel 2024 le malattie professionali in provincia sono aumentate del 16% e dal 2018 ad oggi si sono verificati ben 46 infortuni mortali sul lavoro, 8 morti nel corso del 2024 , di cui il 90% accaduti nella filiera degli appalti e sub appalti. Con il sì al referendum sugli appalti si introduce la responsabilità anche per l’azienda capofila ossia l’appaltante.

Un secondo quesito referendario riguarda uno degli aspetti più deleteri del lavoro ossia la precarietà messa in evidenza dai dati Inps che in Provincia di Savona registrano un abuso del contratto stagionale che tra il 2014 e il 2024 aumenta del +194%, sorpassato solo da quello intermittente che registra un aumento percentuale del +219%. Scendono i contratti stabili, che ormai riguardano solo il 9% dei nuovi assunti e in via d’estinzione è anche l’apprendistato, ridotto al 3% di tutte le assunzioni.  Con il sì al referendum si cancellano alcune norme sulla precarietà e vengono ripristinate le condizioni per cui il contratto di lavoro principale torna ad essere quello a tempo indeterminato.

Sui licenziamenti i quesiti referendari sono due e riguardano quelli illegittimi e quelli che interessano gli occupati nelle aziende sotto i dipendenti. In provincia di Savona le imprese che occupano più di 10 dipendenti sono solo il 9% del totale. Il referendum, con il quale si chiede di ripristinare le norme vigenti prima del Jobs act e rendere nullo un licenziamento ingiusto dando la possibilità a chi è stato licenziato di poter tornare sul proprio posto di lavoro, interessa quindi la maggior parte di lavoratrici e lavoratori del savonese . Secondo i dati Inps negli ultimi 10 anni (2014-2024) ad aumentare sono stati soprattutto i licenziamenti di natura disciplinare che presentano alti profili di arbitrarietà e sono letteralmente esplosi passando +269 % passando da 214 del 2014 agli attuali 790. Prima dell’entrata in vigore del Jobs act (2015) chi veniva licenziato senza giusta causa o giustificato motivo era reintegrato sul posto di lavoro. Con il referendum si chiede di ripristinare le norme vigenti prima del Jobs act e rendere nullo un licenziamento ingiusto dando la possibilità a chi è stato licenziato di poter tornare sul proprio posto di lavoro.

 

Il quinto quesito riguarda la cittadinanza. In Provincia di Savona gli stranieri residenti sono circa 23 mila pari all’8,9% del totale della popolazione della provincia; le acquisizioni di cittadinanza nel 2023 sono state 1.735 pari al 18,8% del totale della Liguria. Le assunzioni in provincia di Savona nei primi 9 mesi del 2024 di lavoratori stranieri sono state 9.016 su un totale di 31.382 pari al 28,7% con una crescita del +3,8% sul corrispondente periodo del 2023, ma ne servirebbero molti di più: nessuna invasione, ma solo una norma di civiltà. Con il referendum si chiede di dare agli stranieri che vivono e lavorano in Italia i diritti e i doveri legati alla cittadinanza da ottenere in 5 anni anziché in 10.

“Dobbiamo ripartire dalle condizioni reali di lavoratrici, lavoratori, pensionati e pensionati che negli ultimi 30 anni hanno visto peggiorare drammaticamente le condizioni sociali e del lavoro – dichiara Andrea Pasa Segretario Generale Cgil Savona – votare è fondamentale per cancellare norme e leggi che hanno svalorizzato il lavoro e lo hanno reso insicuro, precario e mal pagato. La campagna referendaria sulla quale la Cgil ha raccolto 4 milioni di firme a livello nazionale di cui oltre 25 mila a Savona è un battaglia di civiltà, una vera e propria rivolta sociale collettiva da mettere in pratica con gli strumenti che ci fornisce la democrazia e quindi il voto” conclude Pasa. All’assemblea hanno partecipato Maurizio Calà Segretario generale Cgil Liguria e Christian Ferrari Segretario Nazionale Cgil al quale sono state affidate le conclusioni.

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