Mentre il settore floricolo del ponente ligure e savonese è alle prese ancora con una stagione difficile, ecco una nuova prospettiva che punta sull’agricoltura di precisione e l’innovazione di prodotto: arriva dall’azienda di Ercole Barone, con una lunga esperienza nella produzione delle rose, protagonista, ora, di un processo di riconversione produttiva legato alle margherite “fuori suolo”, ovvero le coltivazioni in assenza del comune terreno, dove l'apporto di acqua e concimi sono realizzati con una soluzione nutritiva realizzata ad hoc.
L’impresa floricola, associata Cia Savona e situata a Cipressa nell’imperiese, già all’avanguardia con un sistema di riscaldamento in serra a biomasse introdotto nel 2019, ha sviluppato le tecnologie necessarie per la produzione di margherite “fuori stagione”, tra Natale e l’inizio della primavera, con l’obiettivo di intercettare mercati appetibili grazie a prezzi vantaggiosi, legati ad un riduzione degli stessi costi gestionali, costi che, ad esempio, hanno negli ultimi tempi generato criticità alle rose o ad altre tradizionali eccellenze floricole.
“Passare a lavorare dal normale terreno agricolo al fuori suolo significa operare sui capillari delle piante anziché sulle radici, in uno spazio ridotto – racconta lo stesso Ercole Barone -. Per far questo, però, è necessario una tecnica di coltivazione dotata di un impianto computerizzato, una meccanizzazione specifica e automatizzata”.
“Ho iniziato con due bancali di prova e i risultati sono stati senz’altro buoni sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, con una produzione in grado di ridurre i costi e quindi fornire un fiore a prezzi competitivi”.
“Dal mio punto di vista, forme e modalità produttive, oltre che le tempistiche di fioritura, consentono di superare una certa saturazione del mercato, fornendo margini di redditività interessanti e prospettive al settore” aggiunge l’imprenditore agricolo.
Quest’anno la sua azienda è arrivata a produrre tra le 15-20 mila margherite, tutte vendute e ora spera di estendere ancora la produzione: “Importante, ad esempio, una impiantistica di illuminazione e la necessità per i produttori di ridurre i costi energetici: l’auspicio è quello di concretizzare anche l’uso del fotovoltaico per l’autoconsumo” spiega ancora Ercole Barone.
“Inoltre, è indispensabile per il comparto e le aziende floricole avere il necessario supporto degli enti e istituti di ricerca, per approfondire e migliorare ancora questa tecnica che rappresenta una significativa innovazione di prodotto che credo posso avere prospettive davvero interessanti” conclude.