In questo mese di aprile 2025 si apre la campagna referendaria posta in coincidenza con le celebrazioni dell'ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo.
L'anniversario del 25 aprile capita in un momento oscuro dove la realtà della guerra minaccia di deflagrare nella dimensione di un conflitto globale, la democrazia appare a rischio in molte parti del mondo mentre si allargano le disuguaglianze e si accentuano vessazioni e ingiustizie,.
Lo stesso rapporto tra scienza, tecnica e politica non sembra più muoversi nel senso della liberazione dell'umanità ma piuttosto evocando pericoli oscuri di espropriazione delle coscienze.
Limitiamo il nostro raggio di riferimento all'Europa e all'Italia: tante cose, in questi giorni, sono state dette e scritte a proposito e a sproposito della realtà storica che rimane comunque il solo parametro utile per stabilire criteri effettivi di verità e di giustizia.
E' necessario ricordare che per l'Europa la liberazione dal nazifascismo (che avvenne in tempi diversi e con esiti diversi senza dimenticare che gli eserciti di tutto il mondo marciavano sul suolo del continente) rappresentò comunque un momento fondamentale di svolta della storia della quale non vanno assunti i retaggi in maniera unilaterale: occorre continuare a studiarne le sfaccettature e le contraddizioni se si intende cercare di capire cosa accadde allora e interrogarsi su quanto ciò che si verificò ottant'anni fa pesi ancora sulla complessa realtà dell'oggi.
Per l'Italia la valutazione di ciò che accadde deve mantenersi chiara: dalla Liberazione, dalla lotta al nazifascismo, dalla capacità dei partigiani di liberare in autonomie le grandi città industriali del Nord, nasce la Costituzione e -di conseguenza - la democrazia con tutte le sue difficoltà passate e presenti .
Una democrazia repubblicana da intendersi sempre come bene prezioso non semplicemente da conservare ma da arricchire giorno per giorno con il pensiero e l'azione della parte migliore del nostro popolo.
Alla qualità della democrazia repubblicana va agganciato il momento politico: un momento politico così difficile contrassegnato da un governo della destra che intende rovesciare i criteri di fondo del nostro agire democratico muovendosi nel solco di quelle che paradossalmente sono definite "democrazie illiberali" oggi ben presenti in tutti gli scacchieri geo politici, ad Est come ad Ovest.
Il tema dei referendum sui temi del lavoro e della cittadinanza che si svolgeranno l'8-9 giugno prossimi non risultano alieni rispetto a questa necessità di esaltare la democrazia repubblicana: anzi vanno considerati parte integrante di un disegno che è necessario porre all'ordine del giorno allo scopo di invertire una tendenza retrograda e oscurantista che sembra prevalere nel nostro dibattito politico avanzando addirittura pretese di egemonia.
Non si tratta semplicemente di contrastare il disegno della destra ma di esprimere la capacità di un progetto alternativo di dimensione sistemica riferito sia all'interno delle dinamiche nazionali sia a un quadro sovranazionale.
Appaiono indispensabili riferimenti unitari tra le forze che intendono richiamarsi alla democrazia pluralista e al progresso dell'uguaglianza e della solidarietà.
L'avvio di questo mese di aprile così intenso nelle scadenze riguardanti l'oggi e il passato ci richiama ad un impegno straordinario su diversi fronti: appuntamenti da non mancare pena il compimento di quell'arretramento storico di cui già stiamo individuando i segni pesanti e pericolosi.
Associazione "Il rosso non è il nero" Savona